Le tecno-cannabis fuorilegge sfruttano gli studi per la terapia del dolore
Le tecno-cannabis fuorilegge sfruttano gli studi per la terapia del dolore
Avete dei profumatori d'ambiente e miscele di aromatizzanti?
Se sì, state attenti che non contengano cannabinoidi sintetici come catinone e mefedrone, ma anche sigle come JWH-018, noto
in gergo come 'spice' e JWH-073, conosciuto come 'n-Joy', perchè da un paio di giorni sono finiti nella tabella I degli
stupefacenti e sostanze psicotrope del D.P.R.309/90.
Lo ha comunicato il Dipartimento per la politica antidroga.
Tali prodotti, reperibili su drugstore online e in smart shop, «riportavano in etichetta indicazioni di uso non umano ed
ingredienti differenti da quelli realmente presenti. Pertanto, la commercializzazione connessa all'uso improprio di tali
sostanze è stata ritenuta rischiosa per la salute pubblica dei cittadini, con conseguente ritiro di tali prodotti. Lo scorso
16 giugno, infine, è stato pubblicato il decreto, consultabile nella Gazzetta Ufficiale n.146 del 25 giugno 2010».
Ma i decreti arrivano sempre tardi, mentre gli escamotage per inalare sostanze da sballo sono sempre in agguato.
Negli ambienti dove circolano tali sostanze e che già avevano 'odorato' da tempo il decreto, è già sbarcata un'altra sostanza
pericolosa, tale "Infinity".
La 'designes drugs' così definita, al suo apparire ha già suscitato opinioni diverse: Veniero Gambaro, professore di Chimica
Tossicologica dell'Università di Milano ne sottolinea i marcati effetti tossici, mentre Felice Nava, farmacologo e dirigente
medico del Dipartimento delle Dipendenze di Castelfranco Veneto (Treviso), è scettico sugli effetti di "Infinity".
Andrea Muccioli, della Comunità San Patrignano, ha dichiarato alcuni mesi fa che «il nostro Paese e' troppo lento
nell'aggiornare le tabelle sulle sostanze stupefacenti», mentre le 'designer drugs' sono già da due anni fuori legge in
Germania, Francia Austria, Polonia, Lussemburgo, Olanda, Gran Bretagna e Svezia dopo che si sono riscontrati i primi casi
d'intossicazione da 'tecno-cannabis'.
Giovanni Serpelloni, capo del Dipartimento delle politiche antidroga, sottolinea che «Non è un caso che tutti i Paesi europei
siano molto preoccupati della diffusione di queste droghe. Negli ultimi anni sono state prodotte in laboratorio numerosissime
sostanze con effetti simili e con potenza anche superiore al Thc (principio attivo della cannabis, ndr), molte delle quali
sono frutto della ricerca scientifica nel campo degli antidolorifici e che sono stati anche brevettati».
La terapia del dolore si basa anche sull'uso di oppiodi e cannabinoidi, ma si sa i farmaci sono 'droghe'.
Tutto sta nel saperli usare nella misura più adatta al singolo e per il motivo più necessario, come qualunque terapia
farmacologica.