Neuropsychopharmacology: uso di cannabis e vulnerabilità genetica ad alterazioni cognitive
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Uso di cannabis e vulnerabilità genetica ad alterazioni cognitive
Una specifica variazione genetica, quella del gene AKT1 che codifica un enzima, potrebbe essere associata ad una particolare sensibilità agli
effetti psicomimetici della cannabis così come ad un aumentato rischio di disturbi psicotici in seguito al consumo di cannabis. Questo il
risultato di uno studio di coorte elaborato da un team di ricercatori europei e pubblicato sulla rivista Neuropsychopharmacology.
L'indagine sugli effetti dell'interazione tra fenotipi rilevanti per la psicosi può rivelarsi utile per capirne il meccanismo. A questo scopo
sono stati presi in esame aspetti quali la memoria verbale, l'attenzione, il genotipo AKT1 e l'uso di cannabis su un'ampia coorte costituita
da 1120 pazienti (età compresa tra i 16 e i 50 anni) con disordini psicotici per analizzare i meccanismi di interazione tra questi fattori.
Dai risultati non sono emersi dati significativi relativi all'interazione tra l'AKT1 e la cannabis sulla memoria verbale mentre sono emersi
risultati importanti per quanto inerente i tempi di reazione e l'attenzione nella risposta in alcuni specifici test cognitivi (CPT).
L'uso di cannabis in pazienti con una vulnerabilità genetica per l'AKT1 conduceva ad un rallentamento e ad una minore accuratezza delle
risposte nei test CPT sull'attenzione sostenuta. Queste variazioni si osservavano anche nei pazienti con disturbi psichici che non avevano
fatto uso di cannabis nei 12 mesi precedenti allo studio ma erano assenti nei fratelli sani (919 soggetti in studio) di questi pazienti e nei
soggetti del gruppo di controllo (590 soggetti).
In conclusione l'uso di cannabis prima dell'insorgenza della psicosi potrebbe avere effetti a lungo termine sull'attenzione sostenuta, anche
in assenza di uso corrente di cannabis, in caso di presenza di un particolare genotipo AKT1 nel paziente.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)