Oms, Italia al terzo posto in Europa per aspettativa di vita: alcol e tabacco rimangono le minacce maggiori per la salute
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Oms, Italia ok per longevita' ma poco benessere
Siamo al terzo posto per aspettativa di vita
ROMA - Italia promossa per la salute intesa come assenza di malattie, ma se si parla di benessere molti aspetti sono da 'bollino rosso'. Lo afferma il rapporto dell'Oms sullo stato dell'Europa, che dipinge una regione in cui la salute migliora ma con enormi differenze tra i vari stati.
Nei 53 paesi sotto la 'giurisdizione' dell'Oms Europa la vita media e' aumentata di 5 anni dal 1980, arrivando a 76 anni (80 per le donne e 72 per gli uomini), tanto che entro il 2050 un quarto della popolazione avra' piu' di 65 anni: ''Questo e' dovuto prevalentemente al calo delle morti per diverse cause, dagli incidenti stradali alla mortalita' materna - si legge nel rapporto - e agli sforzi per ridurre alcuni fattori di rischio e di migliorare le condizioni socioeconomiche. Rimangono differenze intollerabili, ad esempio tra il paese che ha l'aspettativa di vita piu' alta e quello con quella piu' bassa ci sono 15,5 anni''.
L'alcol e il tabacco, spiega il rapporto, rimangono le minacce maggiori per la salute del continente. L'Italia e' citata per il grande guadagno nella vita media, soprattutto delle donne, cresciuta di tre anni negli ultimi 30 e arrivata a 85 anni. L'aspettativa di vita ci vede al terzo posto, mentre per mortalita' siamo secondi solo alla Svizzera. Anche per giorni di vita persi per disabilita' o morte prematura il nostro paese e' tra i migliori con appena 10 ogni 100 persone, poco di piu' di Malta, Svizzera, Islanda e Israele. Dove invece arrivano le 'tirate d'orecchie' e' sul benessere, misurato attraverso 22 indicatori elaborati dall'Ocse, su sei dei quali siamo bocciati.
Il 'bollino rosso' ci e' attribuito sull'occupazione giovanile e delle donne con figli piccoli, il tempo per la cura personale, sul supporto sociale e sulla possibilita' di influenzare i processi decisionali pubblici da parte dei cittadini.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)