Smettere di fumare, e-cig e fumo passivo
Smettere di fumare, e-cig e fumo passivo
Anche i fumatori sanno che le sigarette nuocciono alla salute, ma non immaginano quanto sia difficile smettere di fumare fino a quando non provano a togliersi il vizio. L’importante é non cominciare da giovani. I dubbi sulle e-cig e i danni del fumo passivo
Si inizia con una sigaretta per darsi un tono con gli amici o semplicemente per curiosità, poi smettere di fumare diventa un grande problema di salute. Non bastano i messaggi sui pacchetti di sigarette sempre più minacciosi sui pericoli del tabacco. I dati dell’impatto sociale e dei costi sanitari dovrebbero essere noti a tutti eppure molte persone hanno questo vizio e troppi giovani iniziano.
Secondo gli studi scientifici chi non riesce a smettere di fumare vede aumentare il rischio di tumore al polmone rispetto ai non fumatori da 14 a 20 volte, fumando oltre 20 sigarette al giorno. Come sottolineato tutti gli anni dalla giornata mondiale senza tabacco promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il fumo di sigaretta è ancora un enorme problema non solo per motivi di salute ma anche economici.
Perchè smettere di fumare?In America le sigarette provocano oltre mezzo milioni di decessi ogni anno, in Italia 80 mila. Se un italiano su quattro è ancora un fumatore attivo, le malattie collegate al tabagismo comportano una spesa sanitaria per gli italiani di quasi 10 miliardi di euro all’anno. Per questo motivo, ancora prima di cercare soluzioni per smettere di fumare, bisognerebbe prevenire il fenomeno. Invece i dati 2018 dell’indagine Internazionale Global Youth Tobacco Survey condotta in 180 Paesi e raccolti per l’Italia dall’Istituto Superiore della Sanità sono allarmanti.
Tra i 13 i 15 anni in Italia fuma sigarette un ragazzo su cinque, mentre la diffusione delle sigarette elettroniche o e-cig è in aumento. Utile è ricordare che la dipendenza da tabacco è una malattia cronica e come tale andrebbe curata. Paradossalmente sono le ragazze, le future mamme che dovrebbero essere più attente al proprio benessere e dei futuri figli, a spingere il consumo con un incremento di quasi 4 punti percentuali che porta il totale di fumatori in Italia al 22%.
Quando si inizia a fumare
Il vizio delle sigarette solitamentamente comincia nell’età dell’adolescenza, indotto da amici che ci spingono a provare. Secondo le statistiche 9 fumatori adulti su 10 hanno iniziato a prima dei 18 anni. Modelli sociali sempre più competitivi e un senso di insicurezza diffuso spingono i giovani anche a ricercare gesti e rituali da condividere e in cui ritrovarsi. I sociologi la chiamano ‘influenza dei pari’ ed è sempre più difficile starne alla larga, specie in un mondo comandato dal consumo che va perdendo i classici riferimenti religiosi, politici e sociali.
Chi ha amici o genitori che fumano sigartte ha maggiore probabilità di cominciare, poi ci sono media, film e videogiochi che possono avere un grande peso nel condizionare le scelte dei giovani. Le sigarette elettroniche e lo “svapo” high-tech sono diventati fenomeni alla moda, ma non per questo sono innocui. Possono essere pericolosi perchè abituano gli adolescenti ad inalare sostanze come la nicotina che creano dipendenza.
La dipendenza dal fumo di tabacco è dovuta alla nicotina che è una sostanza in grado di dare assuefazione. Quando si fumano sigarette la nicotina viene assorbita nel sangue attraverso i polmoni inducendo il cervello a liberare dopamina e noradrenalina che inducono piacere, che però svanisce dopo pochi minuti. Per ristabilire l’umore bisogna quidni accendere una nuova sigaretta, viceversa il fumatore può mostrare segni di irritazione, nervosismo, frustrazione e rabbia, tipici dell’astinenza.
Abbandonare le sigarette non è facile
Secondo alcune statistiche realizzate in america su un campione di decine di milioni di persone, quasi il 70% dei fumatori afferma di voler smettere di fumare. Le percentuali di chi tenta di uscire dal vizio dellle sigarette sono simili tra uomini e donne. Riescono ad liminarne l’uso circa il 7% dei fumatori. Una percentuale di guarigione molto più bassa anche rispetto a dipendenze da droghe considerate socialmente molto più devastanti.
La probabilità smettere di fumare cresce tra le classi sociali colte e agiate, aumenta con i tentativi, ma diminuisce con il crescere dell’età. Il 55% di donne fumatrici spegne le sigarette durante la gravidanza, ma il 43% riprende sei mesi dopo il parto. Chi ha il vizio spesso smette perchè costretto da malattia o problemi di salute. Dopo i 40 anni di età ci provano il 30% dei fumatori, inizialmente con la sola forza di volontà che poi si ritrova a dover fronteggiare i cosiddetti effetti collaterali: nervosismo, insonnia, aumento di peso e depressione.
Non sapendo come affrontare le crisi di astinenza da nicotina, tanti fumatori decidono di riprendere a fumare. E’ utile sapere che smettere prima dei 40 anni riduce il rischio di decesso associato al fumo del 90%, entro i 30 anni del 97%. Gli uomini che smettono entro 65 anni guadagnano da 1,4 a 2 anni di vita, le donne fino a 3,4 anni. Dopo i 65 anni i rischi si riducono del 50%. Le sigarette indeboliscono il sistema immunitario e i benefici quando si smette sono immediati: ogni funzione fisiologica ne trae vantaggio.
Centri antifumo per smettere
Ci sono terapie mirate che spingono a trovare dentro se stessi le motivazioni più valide per smettere di fumare. Il vizio della sigaretta ha anche un enorme costo sociale che ricade sulle tasche di tutti i cittadini. Per questo in Italia come in tutti i paesi sviluppati esistono appositi Centri Antifumo a cui i tabagisti possono rivolgersi per cercare di togliersi il vizio. Si tratta di quasi 350 strutture distribuite sul territorio nazionale all’interno di strutture ospedaliere e Asl italiane, in cui si possono fare incontri singoli o di gruppo con operatori multidisciplinari, medici e psicologi.
Smettere di fumare non è certo facile, ma il trattamento degli specialisti solitamente si basa sul fare riconoscere al fumatore la gravità del problema fumo e sull’elaborare la consapevolezza delle difficoltà che si presenteranno con l’astinenza da tabacco. Non esistono statistiche precise, ma secondo alcuni dati la percentuale di fumatori che riescono effettivamente ad eliminare le sigarette ad un anno dalla fine del ciclo terapeutico è intorno al 40%.
Non cominciare è meglio
Smettere di fumare è difficile, ma come evitare di cadere in tentazione e scampare dall dipendenza da nicotina? Oggi esistono tutta una serie di nuove strategie terapeutiche che coinvolgono corpo e mente, avvalorate da studi scientifici che ne hanno dimostrato l’efficacia. Meditazione, yoga, tecniche di respirazione e rilassamento sono tutti validi espedienti. Tutto passa dai modelli sociali e dalla loro modalità di comunicazione e anche la musica può servire. E’ risaputo che influisca sulla personalità e che abbia anche un ruolo sulla prima volta dei giovani.
D’altronde le campagne pubblicitarie minacciose sui danni provocati dalle sigarette sembrano non produrre risultati. Tutti sanno che il fumo fa male, ma insistere solo sui danni alla salute non scuote i ragazzi: gli adolescenti si sentono invincibili. Esiste però un lato emotivo dei più giovani, che forse può essere raggiunto dalla musica. Una ricercatrice dell”Institute of Health and Biomedical Innovation (IHBI) australiano, anni fa ha ipotizzato l’utilizzo di particolari canzoni che evocando emozioni positive potessere fare da barriera contro il vizio.
Sigarette elettroniche
Smettere di fumare attraverso le sigarette elettroniche sembra diventata una abitudine di molti ex fumatori di tabacco. In Italia quasi 1 milione di persone ne fa uso. C’è chi le utilizza in contemporanea senza ottenere alcun risultato, ma anche sostituendo completamente le sigarette tradizionali con quelle elettroniche, vengono eliminate solo alcune sostanze tossiche dovute alla combustione. La loro apparente natura innocua può viceversa spingere i giovani a sottovalutare il pericolo e ad iniziare un vizio comunque dannoso.
Secondo una ricerca del National Institutes of Health, il 37% di studenti delle scuole superiori prova a “svapare”, senza capire che assumendo nicotina si cade nel vizio. Per questo motivo in America sono state vietate le e-cig dolciastre al sapore di caramella e frutta, mentre in India sono vietate del tutto. Sul tema c’è ancora molta incertezza nemmeno le norme per le aziende produttrici di e-cig sono del tutto chiare. La loro recente uscita sul mercato non consente di avere dati precisi sulla loro reale pericolosità o efficacia per chi vuole uscire dal vizio dellle sigarette tradizionali.
Svapare fa male?
Non iniziare a fumare nessun tipo di sigaretta tradizionale o elettronica è l’unica scelta sana da fare a qualsiasi età. Gli effetti delle sigarette elettroniche sull’apparato respiratorio dipendono dalle sostanze che vengono inalate. Gli esperti sottolineano i rischi delle miscele presenti nei liquidi vendute anche online da aziende non affidabli o peggio ancora realizzate con il fai da te. Negli adolescenti che svapano si è registrato comunque un aumento di disturbi respiratori come bronchiti, asma e infiammazioni.
I rischi dello svapare sono anche psicologici, specie per ragazzi in giovane età che si avvicinano a questo tipo di oggetti attratti dalla moda. Le sigarette elettroniche spesso contengono anche nicotina e quindi creano dipendenza. La gestualità ripetuta può già portare ad un vizio difficile da interrompere. Ciò vale a maggior ragione per gli adolescenti che potrebbero dalle e-cig passare più facilmente al tabacco. Gli adulti devono acquistare sempre prodotti controllati con il marchio CE e non aggiungere oli aromatici a quelli di base. E’ opportuno non fumare sigarette elettroniche in luoghi chiusi per evitare i rischi del fumo passivo.
(...omissis...)(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)