Svizzera: non rallenta il boom della cosiddetta canapa light
«Le persone pagherebbero la cannabis legale fino al 30% in più»
Non rallenta il boom della cosiddetta canapa light e i prezzi si sono stabilizzati al di sopra di quelli del prodotto acquistato sul mercato nero
Come le cugine che da decenni dominano il mercato nero, anche le varietà cannabis a basso tenore di Thc hanno nomi e prezzi differenti. Online un grammo di Big Bud costa 12,5 franchi, la Acapulco Gold sale a 13,6, mentre per la Indoor N.1 bisogna essere pronti a sborsare più di 16 franchi. Se poi vi piace l’hashish, costa di più: viene sui 25 al grammo. All’inizio del boom ce n'erano anche di più economiche, ma non le si trova più, anche perché ci dicono che fossero «infumabili».
Fino al 30% in più - Scavalcando la legge, invece, c’è il pusher, di fiducia o meno, che fornisce la classica marijuana (senza limiti di Thc) per 10/12 franchi al grammo. Un prezzo quasi democratico, che può salire un po’ per chi ne acquista poca. Ma non si corre il rischio di spingere i consumatori in mano agli spacciatori? Forse no. «Sappiamo che con le sigarette, i clienti iniziano a rivolgersi al mercato nero quando quelle legali costano il 40% in più», ci spiega Sandro Cattacin, direttore dell’Istituto di ricerche sociologiche dell’Università di Ginevra. «Per la canapa non abbiamo ancora dati certi, ma stimiamo che con una differenza di prezzo fino al 30% un mercato illegale non abbia senso di esistere».
Più controlli, meno criminalità - Sono vari i motivi che spingono i consumatori a preferire la luce del sole: «Oltre al fatto di non doversi rivolgere agli spacciatori, la regolamentazione garantisce tutti gli esami che vengono fatti sulla presenza di metalli pesanti, sulla chimica aggiuntiva, sulle muffe», ci racconta Sergio Regazzoni, presidente dell’Associazione cannabis ricreativa Ticino (Acrt). «Abbiamo fatto sensibilizzazione sui rischi per la salute dati non dal Thc, ma da tutto ciò che si può trovare nella cannabis non controllata».
Stufi di stonarsi - Ha senso confrontare il mercato della cannabis Cbd e quello di quella ricreativa ad alto tenore di Thc. Il successo del primo ha modificato il secondo? «Non abbiamo delle cifre, sicuramente delle conseguenze ci sono state», afferma Cattacin. «Intervistando i consumatori, ne abbiamo identificato tre categorie: quelli che la provano per curiosità, quelli che lo fanno per degli effetti benefici sulla salute e quelli che, dopo venti o trent’anni di consumo, sono stufi di quell’effetto “stoned”, ma vogliono solo rilassarsi». Questi ultimi, spiega Cattacin, potrebbero essere coloro che abbandonano lo spaccio per rivolgersi esclusivamente al negozio di cannabis legale. Tesi su cui concorda anche Regazzoni: «Per ora la Cbd è acquistata da una fetta diversa di clientela, tranne per i consumatori di una certa età, che sono anche un po’ stufi di rivolgersi alla criminalità».
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(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)