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Sydney Prince of Wales Hospital: studio sui danni della cannabis

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Prove certe: cannabis legata all'insorgenza precoce di malattie psichiatriche
Un nuovo studio ha fornito la prima prova inconfutabile che l'uso di cannabis accelera in modo significativo l'insorgenza di

malattie psicotiche durante gli anni critici dello sviluppo del cervello - con possibili conseguenze per tutta la vita.
La prima meta-analisi su più di 20.000 pazienti dimostra che il fumo di cannabis è associato con un esordio più precoce delle

malattie psicotiche, arrivando ad anticiparle fino a 2,7 anni.
L'analisi, da un team internazionale tra cui il Dr. Matthew Large, che lavora presso la Scuola di Psichiatria dell'Università

del New South Wales (UNSW) e presso il Sydney Prince of Wales Hospital, è stato pubblicato oggi sulla prestigiosa rivista

Archives of General Psychiatry.
In collaborazione con il St Vincent's Hospital e la George Washington University School of Medicine, dipartimento di Scienze

della Salute, lo studio voleva stabilire in quale misura l'uso di cannabis, alcol e altre sostanze psicoattive può

influenzare l'età di insorgenza di malattie psicotiche come la schizofrenia.
La cannabis è una droga leggera ed è molto diffusa nei paesi occidentali. Nelo studio si ripotano i dati dell'Australia, dove

il 33,5% della popolazione ne ha fatto uso in un periodo della vita, secondo i dati del National Household Survey 2007. Circa

il 18% di tutti gli studenti della scuola secondaria in un'età compresa tra i 12 e i 17 anni hanno usato almeno una volta lo

stupefacente.
Poiché si basa su diversi decenni di ricerca, la scoperta è un importante passo avanti nella comprensione della relazione tra

uso di cannabis e psicosi, ha detto Large.
Una serie di studi precedenti hanno trovato un'associazione tra psicosi e l'uso di cannabis, alcol e altre sostanze

psicoattive. Tuttavia, l'obiettivo di questo studio era quello di mostrare in particolare in che misura la malattia è causata

dal consumo della sola cannabis.
I risultati ora consentono di ritenere che l'uso di cannabis fa precipitare la schizofrenia e altri disturbi psicotici,

probabilmente attraverso una interazione tra malattie genetiche e condizioni ambientali o interrompendo lo sviluppo del

cervello, ha detto la squadra.
"Lo studio ha ri-analizzato i risultati che provenivano da 20.000 pazienti con schizofrenia o altre malattie psicotiche da 83

studi precedenti, ed ha quindi utilizzato la meta-analisi, un moderno metodo statistico per dimostrare che un esordio più

precoce di gravi malattie mentali fra gli utenti della sostanza è il risultato del consumo di cannabis, e non può essere

spiegato da altri fattori come il consumo di alcol", ha detto il dottor Large.
"I risultati di questo studio sono conclusivi e chiariscono prove precedenti, che erano contrastanti tra loro e non davano

una risposta certa nella relazione tra uso di cannabis e l'insorgenza precoce di una malattia psicotica, con elementi a

supporto della teoria che l'uso di cannabis ha un ruolo causale nello sviluppo di psicosi in alcuni pazienti."
Il dottor Large ha detto che c'è un'alta prevalenza di uso della sostanza tra gli individui trattati in ambito di salute

mentale, ed i pazienti con schizofrenia sono stati più propensi a utilizzarla che gli altri membri della comunità.
"I risultati di questo studio forniscono una forte evidenza che l'interruzione o la riduzione del consumo di cannabis

potrebbe ritardare o addirittura impedire alcuni casi di psicosi.
"Lo studio solleva la questione se tali utenti della sostanza avrebbero comunque continuato a sviluppare psicosi pochi anni

dopo.
"Tuttavia, anche se le suddette insorgenze di psicosi erano inevitabili, un periodo extra di due o tre anni di funzionamento

del cervello senza psicosi potrebbe consentire a molti pazienti di raggiungere importanti traguardi di sviluppo della tarda

adolescenza e della prima età adulta, e questo potrebbe abbassare la disabilità a lungo termine derivante dai disturbi

psicotici," aggiunge Large.
"I risultati di questo studio fanno scattare un campanello di allarme per la salute pubblica circa i potenziali effetti

nocivi della cannabis."