Tobacco Control Playbook: l'OMS crea un sito per smentire i falsi miti sul fumo
Big tobacco gioca sporco
Paolo Gangemi
Le industrie del tabacco giocano sporco per bloccare le politiche anti-fumo: secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), «le loro strategie e i loro tentativi per sovvertire i processi decisionali sono diventati sempre più determinati, mirati, ingannevoli, aggressivi e sofisticati», minimizzando i rischi e alimentando falsi miti. Per smentire questi falsi miti, l’Oms ha creato un sito apposito, chiamato Tobacco Control Playbook.
Il Playbook, realizzato con il sostegno del Ministero della salute russo, è pensato soprattutto per indicare alle autorità sanitarie e ai decisori politici le argomentazioni giuste per contrastare quelle della lobby del tabacco. Perciò espone in modo chiaro e divulgativo dati scientificamente provati con una ricca documentazione bibliografica, che vale anche per gli aspetti economici e legislativi.
Il sito è inteso come work in progress, nel senso che sono previsti aggiornamenti e aggiunte continue; chiunque sia coinvolto nella prevenzione del fumo può contribuire con suggerimenti scrivendo all’indirizzo [email protected]. Per ora le sezioni sono otto, corrispondenti ad altrettanti falsi miti:
- l’industria del tabacco tende a sminuire i danni del fumo passivo e sostiene che per prevenirli basta un’adeguata ventilazione degli ambienti chiusi. I dati scientifici invece affermano che «nessun livello di esposizione al fumo passivo si può considerare sicuro», perciò l’unico modo per proteggere la popolazione è imporre divieti di fumo completi in tutti gli ambienti chiusi dove siano presenti altre persone
- secondo l’industria del tabacco non c’è bisogno di riportare immagini dissuasive sui pacchetti di sigarette: bastano le scritte. In realtà le ricerche dimostrano che le immagini hanno un’efficacia molto maggiore, e questo vale a maggior ragione nei Paesi in via di sviluppo in cui ampie fasce della popolazione sono analfabete
- la legislazione anti-fumo introdotta in molti Paesi, secondo alcuni studi, danneggerebbe l’economia del settore alberghiero e della ristorazione. L’Oms dimostra però che questi studi non sono scientificamente rigorosi; al contrario, è dimostrato che le leggi anti-fumo non hanno avuto effetti significativi sul settore turistico-alberghiero, e semmai li hanno avuti in positivo
- le industrie del tabacco dichiarano ufficialmente di non puntare a far fumare i minorenni, ma l’Oms ha dimostrato che le loro campagne pubblicitarie hanno come target i giovani e giovanissimi, addirittura ragazzini di 13 anni: a loro si riferiscono eufemismi come “giovani adulti” o “nuovi fumatori”. Perciò è indispensabile porre severe restrizioni alle pubblicità delle sigarette, dirette e indirette (comprese quindi le sponsorizzazioni di eventi sportivi o musicali)
- il contrabbando non è causato dalle tasse elevate sulle sigarette e sul tabacco in generale, come alcuni sostengono, ma dalle politiche inadeguate e dai controlli insufficienti, sia alle frontiere sia a monte sulla produzione
- le industrie del tabacco affermano che, con un aumento delle tasse, il calo delle vendite delle sigarette porterebbe a minori introiti per lo Stato. L’Oms però dimostra che in ogni Paese l’aumento delle tasse sul tabacco ha fatto crescere le entrate statali e allo stesso tempo diminuire il numero di fumatori, portando a una situazione che gli americani chiamano win-win, dove cioè a guadagnare sono sia la salute pubblica sia l’economia
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.healthdesk.it/scenari/big-tobacco-gioca-sporco
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)