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Johns Hopkins University School of Medicine: cocaina e processo di autofagia dei neuroni

 Johns Hopkins University School of Medicine: cocaina e processo di autofagia dei neuroni

Con la cocaina il cervello diventa un cannibale

I neuroni si autodistruggono attraverso il processo di autofagia

 Che la cocaina distruggesse il cervello era già noto. Un gruppo di ricercatori americani, tuttavia, ha scoperto che a partecipare alla distruzione è il cervello stesso mettendo in moto il processo di autofagia.
A scoprirlo è stato un team della Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora, che ha pubblicato i risultati dell'analisi su Pnas.
Spiegano gli scienziati in una nota: «Si tratta di un processo che avviene quando le cellule si auto-divorano: una sorta di suicidio delle cellule stesse, che si degradano, ripulendosi, eliminando automaticamente quelle parti all'interno della cellula stessa che vanno sostituite. Ma nel caso dell'assunzione di dosi di cocaina, questa sorta di pulizia accelera e invece che rimanere in una fase di semplice svuotamento delle parti inutili della cellula, finisce per eliminarla del tutto".


Chi assume cocaina, inoltre, fa molta fatica a riconoscere le emozioni degli altri, in particolare quelle negative. A dirlo è uno studio presentato nel corso del congresso dello European College of Neuropsychopharmacology.


Un team di scienziati olandesi e tedeschi ha studiato 24 studenti fra i 19 e i 27 anni che assumevano cocaina. Nel corso della sperimentazione hanno somministrato loro 300 mg di droga oppure un semplice placebo, sottoponendo i soggetti a una serie di test biochimici fra cui quello per il riconoscimento delle emozioni facciali.


Hanno così scoperto che la cocaina non solo determina un aumento della frequenza cardiaca e dei livelli di cortisolo, ma riduce o annulla la capacità dell'individuo di riconoscere le emozioni negative.
La dott.ssa Kim Kuypers dell'Università di Maastricht spiega: «è il primo studio che esamina l'effetto a breve termine della cocaina sulle emozioni. E mostra che una singola dose interferisce con la capacità di una persona di riconoscere emozioni come rabbia e tristezza. Questo potrebbe ostacolare la capacità di interagire in situazioni sociali, ma può anche aiutare a spiegare perché chi usa questa droga riporta di essere più socievole quando 'inebriato' dalla sostanza: semplicemente perché non è in grado di riconoscere le emozioni negative».


In ogni caso, in futuro basterà un'impronta digitale per capire se una persona soffre o meno di una dipendenza da cocaina. Un team di ricercatori della University of Surrey in collaborazione con gli scienziati del Netherlands Forensic Institute ha messo a punto un nuovo sistema di analisi che riconosce l'emissione di specifiche sostanze dalla pelle dei polpastrelli dopo che l'organismo ha metabolizzato la droga.
Lo studio, pubblicato su Analyst e firmato da Melanie Bailey, descrive anche la possibilità di miniaturizzare il test anti-droga al fine di renderlo portatile e completamente non invasivo.


“Quando una persona assume cocaina - spiega la dott.ssa Bailey - il corpo metabolizza la droga ed emette tracce di benzoilecgonina e metilecgonina che rimangono nelle impronte digitali”.
Le sostanze in questione sono state rilevate attraverso una tecnica chiamata spettrometria di massa, dopodiché i risultati sono stati confrontati con quelli ottenuti grazie al normale test della saliva.



(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

http://www.italiasalute.it/13528/pag2/Con-cocaina-cervello-diventa-cannibale.html

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)