Aumenta il consumo di droga tra adolescenti e giovanissimi
Aumenta il consumo di droga tra adolescenti e giovanissimi, prevenzione di fatto non esiste
La Commissione Parlamentare per l'Infanzia lancia l'allarme, i servizi non riescono ad interpretare il bisogno
E' in costante aumento l'uso di droghe tra gli adolescenti, ma i servizi pubblici e le comunità terapeutiche non riescono ad intercettare questo bisogno inespresso, e sempre più sommerso, delle dipendenze giovanili. Il mercato degli stupefacenti è cambiato diventando sempre più capillare sul territorio, con costi delle droghe sempre più bassi e dall'inizio dell'epidemia Covid c'è una nuova forma di approvvigionamento, quella dei siti web.
Tante nuove sostanze illegali hanno affiancato le tradizionali, ma i servizi territoriali sono rimasti gli stessi con pochi fondi per la prevenzione, una legge che risale al 90 e poi modificata nel lontano 95 e senza strumenti adeguati per aiutare questi ragazzi visto che il sistema è basato ed è rimasto "ingessato" sulla figura dell'eroinomane
L'allarme è emerso durante la Commissione Parlamentare per l'Infanzia e l'Adolescenza nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle dipendenze patologiche diffuse tra i giovani. A lanciarlo sono stati i presidenti della Federazione servizi dipendenze (FederSerD), della Federazione italiana comunità terapeutiche (Fict) e del Coordinamento nazionale dei coordinamenti regionali che operano nel campo dei trattamenti delle dipendenze (InterCear).
Secondo i dati ufficiali relativi al 2018, si parla di 880mila ragazzi che hanno dichiarato di aver fatto uso di sostanze illegali, pari ad 1 ragazzo su 3 tra quelli che vanno a scuola tra i 15 ed i 19 anni. Ma gli operatori sul campo spiegano che il fenomeno è in continuo aumento e l'età si è abbassata sempre più arrivando a coinvolgere quelli che sono in realtà poco più che dei bambini ed hanno tra gli 11 e i 14 anni. I servizi pubblici attualmente esistenti hanno "carenze importanti" ed "enorme difficoltà" perchè sono pochissimi i giovani che vanno nei centri spontaneamente.
Su 300mila persone che si rivolgono ai servizi pubblici per dipendenze legate al consumo di sostanze stupefacenti meno del 10% ha un'età inferiore ai 25 anni. Dunque la fascia degli adolescenti è rimasta schiacciata tra i piccoli e gli adulti e soggiogata anche dalle sostanze legali: alcool, analgesici oppiacei, benzodiazepine ed altri psicofarmaci che vengono assunti in mix. E proprio il cosiddetto policonsumo è il comportamento maggiormente a rischio per gli adolescenti.
L'unico modo, suggeriscono gli addetti ai lavori, è "agire sul territorio e costruire delle relazioni", soprattutto "vanno ripensati i servizi classici in base a queste nuove tendenze giovanili", vanno anche attivati dei "percorsi di prevenzione strutturati specifici per minori con dipendenze" visto che ne esistono pochi in Italia e sono quasi assenti in alcune regioni come Abruzzo, Basilicata, Sicilia, Calabria e Puglia "nonostante i numeri siano raddoppiati". Gli esperti lamentano anche un quasi azzeramento delle risorse economiche per la prevenzione da quando il fondo nazionale antidroga è confluito nel fondo delle politiche sociali nazionali.
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(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)