Cocaina: centrale il ruolo dell’ipocretina nell’insorgere della dipendenza
Cocaina: centrale il ruolo dell’ipocretina nell’insorgere della dipendenza
Fonte: Biological Psychiatry
Titolo originale e autori: Brooke E. Schmeichel, Melissa A. Herman, Marisa Roberto, George F. Koob. Hypocretin Neurotransmission within the Central Amygdala Mediates Escalated Cocaine Self-Administration and Stress-induced Reinstatement in Rats. Biological Psychiatry, 2016.-
Un nuovo studio condotto da ricercatori dello Scripps Research Institute (USA), finanziato dal National Institutes of Health's (NIH), dal National Institute on Drug Abuse (NIDA) e dal National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism (NIAAA) evidenzia come l’aumento dei livelli di una molecola nel cervello, chiamata ipocretina, possa contribuire alla dipendenza da cocaina.
Obiettivo della ricerca era focalizzare i cambiamenti neurologici a livello dell’amigdala centrale, una regione del cervello associata con lo stress e le emozioni negative in fase di astinenza. L’attenzione in particolare è stata posta sul ruolo di un neurotrasmettitore, l’ipocretina, il quale gioca un ruolo centrale nel sistema dell’ipotalamo (HCRT), una rete che influenza fortemente la reazione del cervello all’uso di cocaina, nicotina, alcol e oppioidi. Il ruolo di questo sistema nella dipendenza da cocaina non era però ancora chiaro. La ricerca è stata effettuata su due gruppi di topi ai quali era stata data la possibilità di autosomministrarsi cocaina con modalità differenti: al primo gruppo per un'ora al giorno, imitando un utilizzo di tipo occasionale; al secondo gruppo per sei ore al giorno, imitando un utilizzo di tipo compulsivo analogo a quello della dipendenza.
I ricercatori hanno rilevato come l’uso compulsivo di cocaina abbia innescato un circolo pericoloso nel cervello determinato dalla sensibilizzazione del sistema HCRT. Nello specifico, l’assunzione compulsiva di cocaina ha portato ad un aumento dell’ipocretina, che contribuisce all’iperattività dell'amigdala centrale. Questa iperattività corrisponde ad uno stato di ansia che contribuisce a mantenere elevata la motivazione a ricercare continuamente droga.
I ricercatori sottolineano in conclusione come comprendere i meccanismi cerebrali sottostanti la dipendenza sia fondamentale per identificare nuovi potenziali obiettivi per i trattamenti terapeutici, in combinazione con un approccio cognitivo-comportamentale.
http://www.dronetplus.it/comunicazioni/res_news.php?id=3253
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)