Cocaina: scoperto il meccanismo che riduce gli effetti sul cervello
Cocaina: scoperto il meccanismo che riduce gli effetti sul cervello
Fonte: Neuron
Titolo originale e autori: Lewitus GM, Konefal SC, Greenhalgh AD et al. Microglial TNF-α Suppresses Cocaine-Induced Plasticity and Behavioral Sensitization. Neuron, 2016; 90 (3): 483.-
Un tipo di cellula cerebrale, nota come microglia, gioca un ruolo fondamentale nella riduzione dell’effetto della cocaina nel cervello. Questa scoperta, esito di uno studio condotto dall’Istituto di Ricerca del McGill University Health Centre di Montreal, stabilisce per la prima volta come questo tipo di cellule contribuisca in modo rilevante alla diminuzione dei cambiamenti negativi che colpiscono i circuiti neurali causati dall'uso cronico di cocaina.
Le cellule della microglia ricoprono molte funzioni importanti: monitorano costantemente l’ambiente cerebrale e possono agire per mantenere il normale funzionamento del cervello. Possono inoltre produrre molecole che istruiscono i neuroni per apportare modifiche di adattamento alle loro connessioni. Un esempio è la molecola infiammatoria nota come fattore di necrosi tumorale (TNF).
Il team di ricerca ha scoperto come le TNF sopprimano gli specifici cambiamenti sinaptici causati dalla cocaina e che si ritengono alla base del meccanismo della dipendenza. Tale meccanismo benefico, però, sembra non durare a lungo in quanto la risposta della microglia svanisce nel tempo. I ricercatori hanno osservato, utilizzando un agente farmaceutico che stimola la produzione di TNF in uno specifico studio condotto su topi, come il cambiamento comportamentale e il progressivo aumento di movimento indotti dalla cocaina, fossero ridotti negli animali che hanno ricevuto tale agente.
Questo risultato è promettente per i trattamenti in via di sviluppo finalizzati a ridurre, fino all’80%, i tassi di recidiva di assunzione di questa droga. Il Dr. Stellwagen, del gruppo di ricerca, riferisce in conclusione: "Se potessimo sviluppare un trattamento per sopprimere il craving che i tossicodipendenti provano in situazioni di stress, o quando si trovano esposti a situazioni in cui avrebbero normalmente assunto droga, questo consentirebbe loro di evitare la ricaduta. È questo il vero obiettivo terapeutico del lavoro che abbiamo svolto".
http://www.dronetplus.it/comunicazioni/res_news.php?id=3237
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)