Droghe: la cocaina si conferma la preferita dai lavoratori
Droghe, la cocaina si conferma la preferita dai lavoratori
Cuochi, operai, autisti. Secondo tre centri per le tossicodipenze di Milano, Torino e Roma sono queste le professioni più a rischio. E tra le cause principali dell'abuso si registrano lo stress e le performance
In un’intervista radiofonica del 10 ottobre, Gordon Ramsay, lo chef protagonista di Hell’s Kitchen, ha presentato un documentario sulla diffusione della cocaina nelle cucine secondo il quale la polvere bianca sarebbe «il piccolo sporco segreto dell’industria della ristorazione».
NELLA RISTORAZIONE LA PERCENTUALE PIÙ ALTA. Il segreto, però, è «piccolo» fino a un certo punto: stando a
delle autorità americane, negli Stati Uniti il 16,9% degli impiegati nel comparto alberghiero e della ristorazione ha ammesso di aver riportato nei 12 mesi precedenti un "disturbo da uso di sostanze" (Sud). Si sono, in altre parole, sentiti male a causa di un consumo eccessivo di droghe.
UN LAVORATORE USA SU 10 HA PROBLEMI DI DROGA. E a ben vedere, l'abuso di sostanze stupefacenti in Usa non è neppure un «segreto» visto che è diffuso anche in molti altri settori come l’edilizia (14,3%), l’industria dell’intrattenimento (12,9%) e quella mineraria (11,8%). Nel complesso, i dati raccolti dimostrano che in media quasi un lavoratore americano su 10 ha problemi di droga. «L’abuso di sostanze», conclude lo studio, «incide negativamente sull'industria in termini di calo della produttività, aumento degli incidenti sul lavoro, dell'assenteismo e dei permessi per malattia».
E in Italia quali sono le categorie più a rischio? Secondo
del Centro di monitoraggio europeo per la droga e per la tossicodipendenza, il 7,6% degli italiani fra 15 e 64 anni ha sniffato almeno una volta nella vita, mentre l’1,8% dei giovani fra 15 e 34 negli ultimi 12 mesi. La cocaina si conferma così la seconda droga per assunzione dopo la cannabis. Il punto però è un altro: quante persone l’hanno assunta per semplice “sballo” e quante, invece, per sopportare o incrementare le proprie prestazioni lavorative?
NON ESISTONO DATI NAZIONALI SU DROGA E LAVORO. Il dipartimento per le Politiche anti-droga, ogni anno, sottopone al parlamento
. Un rapporto prezioso per conoscere le abitudini di consumo degli italiani, ma che non tiene conto della professione degli utilizzatori di sostanze stupefacenti. Come ammesso anche dall'Istituto superiore di Sanità a Lettera43.it, infatti, «non esiste una rilevazione globale dei dati relativi al lavoro svolto da chi abusa di droga». Si deve, quindi, far affidamento sulle statistiche e i dati raccolti dai centri per le tossicodipendenze. Ne abbiamo contattati tre – il Crest di Milano e i SerT di Roma e Torino – ottenendo un quadro parziale, ma sicuramente significativo.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)