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European Neuropsychopharmacology: uno studio italiano per la cura della dipendenza da cocaina

European Neuropsychopharmacology: uno studio italiano per la cura della dipendenza da cocaina

STIMOLAZIONE MAGNETICA TRANSCRANICA: UNO STUDIO ITALIANO PER LA CURA DELLA DIPENDENZA DA COCAINA

Uno studio clinico, realizzato da un’équipe interamente italiana, composta da ricercatori dell’Irccs Ospedale San Camillo di Venezia e del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova, ha mostrato risultati interessanti per quanto riguarda la cura della dipendenza da cocaina. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista  European Neuropsychopharmacology, ed è stato condotto con una tecnica, la stimolazione magnetica transcranica, che ha già trovato significative applicazioni nella cura della depressione in campo psichiatrico. Anche se condotto su un campione ridotto di pazienti, lo studio ha attirato molte attenzioni a livello di ricerca scientifica grazie ai risultati molto positivi ottenuti rispetto alla bassa percentuale di individui che, dopo la cura, hanno avuto una ricaduta nell’uso di cocaina. Come riporta una sintesi del Quotidiano della salute, “I 32 pazienti sono stati divisi in due gruppi: 17 sono stati sottoposti a stimolazione magnetica transcranica, gli altri con farmaci che alleviano la sindrome d’astinenza.  La stimolazione magnetica transcranica è una metodica utilizzata in psichiatria che si è mostrata utile nel trattamento di condizioni come la depressione. Consiste nell’applicazione di una sonda sulla testa; gli impulsi magnetici arrivano a un’area del cervello ben localizzata. Nello studio sui pazienti dipendenti dalla cocaina, la stimolazione è stata diretta alla corteccia dorsolaterale prefrontale, un’area del cervello coinvolta nei processi decisionali. Il 69% (11 pazienti) del gruppo trattato con la stimolazione magnetica transcranica non ha avuto ricadute nell’uso di cocaina, contro appena il 19% (3 pazienti) dei soggetti trattati con farmaci. Il follow up è durato 63 giorni. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a ripetuti monitoraggi delle urine per verificare l’eventuale consumo di cocaina.”

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

http://www.cesda.net/?p=10273

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)