Neurobiologia dello Stalking e Dipendenza affettiva
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Neurobiologia dello Stalking e Dipendenza affettiva
Una delle risposta che può verificarsi a seguito di un forte rifiuto e al dolore da allontanamento è sicuramente il comportamento di stalking
Qual è il collegamento tra stalking e dipendenza affettiva? È possibile identificare dei correlati neurali comuni ad entrambe le situazioni? Secondo Meloy e Fisher (2005) è possibile parlare di un modello di neurobiologia dello stalking.
Secondo Fisher (2004) si possono osservare gli stessi sintomi nelle persone fortemente innamorate come anche nelle persone con i sintomi della dipendenza tipo l’assuefazione, la crisi di astinenza, la rinuncia e la ricaduta.
Sia la persona innamorata sia lo stalker hanno bisogno di interagire con la persona amata (o con la vittima) sempre più frequentemente. Se si verifica il rifiuto la persona innamorata, o lo stalker mostra i comuni segni di astinenza dalla sostanza, come ad esempio il pianto, la depressione, l’ansia, la letargia, l’insonnia, l’ipersonnia, la perdita di appetito o le abbuffate, irritabilità e solitudine cronica.
In alcuni casi si verifica anche un’associazione tra determinati stimoli a la risposta correlata che mostra la condotta tipica della persona dipendente. La persona innamorata, o lo stalker, può associare eventi, persone, posti, canzoni o comunque qualunque stimolo alla persona amata. Solitamente quando compare lo stimolo questo può scatenare nuovamente il pensiero e la ricerca ossessiva del partner (o della vittima).
Dato che l’amore romantico è associato solitamente all’attenzione focalizzata, all’euforia, all’ossessione, alla compulsione, alla distorsione della realtà , a cambi di personalità e perdita dell’autocontrollo, alcuni psicologi (Tennov, 1979, Peele, 1975; Findling, 1999) frequentemente trovano correlazioni tra l’amore romantico e la dipendenza affettiva.
Questa dipendenza fisica ed emozionale è solitamente associate ad una grande attività dei circuiti dopaminergici sottocorticali nel sistema di ricompensa ,proprio come accade in tutti i casi di uso di stupefacenti.
Nel secondo studio di Bartels e Zeki (2000) si confrontano le misurazioni all’fMRI di persone innamorate con quelle di persone che hanno assunto cocaina o oppiacei, in entrambi i casi si attivano le stesse aree, incluso il nucleo caudato.
Complessivamente, si può affermare che la spinta all’amore è indubbiamente associata a una serie di fenomeni neuronali, neuroendocrini, biologici e psicologici, che si verificano in maniera combinata o sinergica. I dati suggeriscono che, specialmente nella prima fase vi è una maggiore arousal. Questo arousal si verifica con un aumento dell’energia, dell’attenzione focalizzata, della motivazione a inseguire la vittima, dei fenomeni di frustrazione e attrazione, protesta e rabbia.
Dato che il sistema dopaminergico tende a sopprimere l’attività del sistema serotoninergico e la scarsa attività della serotonina centrale è associate al pensiero ossessivo compulsivo e alla disforia, è probabile che lo stalker presenti scarsi livelli di serotonina centrale.
Solitamente, le persone che hanno tali risposte neurobiologiche assumono comunque comportamenti positivi o prosociali, mentre lo stalker tende a non saper gestire positivamente tale situazione.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.igorvitale.org/2014/02/19/neurobiologia-dello-stalking-e-dipendenza-affettiva/
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)