American Academy of Pediatrics: nuove linee guida sui disturbi alimentari in adolescenza
Disturbi del comportamento alimentare negli adolescenti: Arrivano le nuove linee guida dell’American Academy of Pediatrics
Non parlare mai di peso, né del proprio, né di quello dei figli; pranzare o cenare il più spesso possibile con i propri figli, cercando di dare il buon esempio a tavola; tenere lontani i ragazzi dalle diete, ma incoraggiarli a consumare cibi sani e una dieta equilibrata, non trascurando di fargli fare sport. Vietato, anzi vietatissimo, prendere in giro un adolescente sovrappeso per i suoi chili di troppo. Questi i capisaldi delle nuove linee guida americane.
Le nuove linee guida dell’American Academy of Pediatrics propongono un approccio univoco per affrontare sia la prevenzione dell’obesità che ai disturbi del comportamento alimentare nei teeenager.
Fondamentale nell’affrontare i problemi attraverso tutto lo spettro dei disturbi alimentari è, secondo gli esperti, evitare di focalizzare troppo l’attenzione degli adolescenti sul peso o sulla dieta, incoraggiandoli invece a condurre uno stile di vita bilanciato e salutare.
Le nuove linee guida, appena pubblicate su Pediatrics, sono state redatte per rispondere alle crescenti preoccupazioni relative ai metodi, anche fantasiosi e pericolosi, che gli adolescenti adottano per perdere peso. Una rapida e sostanziale perdita di peso può infatti scatenare conseguenze molto serie, abitualmente osservate nei pazienti con anoressia nervosa, quali ad esempio aritmie cardiache.
“Si tratta di una categoria di pazienti a rischio – sostiene il primo autore delle linee guida, Neville Golden, professore di pediatria alla Stanford University School of Medicine– Potrebbe anche darsi che questi soggetti abbiano effettivamente bisognodi perdere peso, ma le cose possono sfuggir loro di mano.”
E questa categoria non ben riconosciuta di ragazzi rappresenta ormai fino al 40% dei pazienti ricoverati per disturbi del comportamento alimentare. E’ dunque arrivato il momento di inquadrarli meglio per gestire una situazione che sta diventando pericolosa e impegnativa per la sua numerosità.
Le nuove raccomandazioni comprendono 5 strategie ‘evidence-based’ che pediatri e genitori possono mettere in atto per aiutare i teenager ad evitare sia l’obesità, che il pericolo di sviluppare un disturbo del comportamento alimentare. E si tratta di un approccio valido per tutti gli adolescenti, non solo per quelli con manifeste patologie del comportamento alimentare.
Tre di queste raccomandazioni si focalizzano sui ‘no’, cioè sul cosa non fare. Genitori e medici, secondo gli esperti americani, non devono in primo luogo incoraggiare le diete; meglio evitare le ‘weight talk’, distogliere cioè l’attenzione dall’argomento ‘peso’, dal proprio, come da quello del ragazzo. Assolutamente vietato poi prendere in giro il ragazzo per il suo peso.
Altre due raccomandazioni si focalizzano invece sul cosa fare. Le famiglie dovrebbero consumare pasti regolari tutti insieme e i genitori dovrebbero aiutare i ragazzi a costruire un’immagine corporea salutare, incoraggiandoli a mangiare una dieta bilanciata e a fare sport; non a perdere peso.
“Le evidenze scientifiche – commenta Golden – dimostrano che per gli adolescenti la dieta non è una buona cosa. I quattordicenni che fanno la dieta sono tre volte più a rischio dei loro coetanei di trovarsi in sovrappeso all’età di 17 anni per esempio. E le diete basate sul conteggio delle calorie possono deprivare gli adolescenti in fase di crescita dell’energia di cui hanno bisogno e condurre a sintomi tipici dell’anoressia nervosa; questo può addirittura metterli in pericolo di vita. Non è raro per noi trovarci di fronte ragazzi che hanno perso molto peso rapidamente, senza però essere in buona salute. E alcuni di questi finiscono ricoverati, collegati ad un monitoraggio elettrocardiografico per instabilità dei parametri vitali”.
I commenti negativi sul peso possono essere anche molto dannosi per la salute dei ragazzi. “Le madri che parlano di continuo del proprio corpo e del proprio peso – spiega Golden – possono,senza volerlo, incoraggiare i figli a sviluppare un’insoddisfazione nei confronti del loro corpo; è quanto osserviamo in almeno la metà delle ragazze e in un quarto dei ragazzi.” E questa insoddisfazione si associa spesso ad un basso livello di attività fisica e al ricorso a vomito, lassativi e diuretici nell’intento di controllare il peso.
(...omissis...)
Maria Rita Montebelli
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=42486
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)