Common Sense Media: mamme perennemente a dieta, gli effetti dannosi sulle figlie
Mamme perennemente a dieta: gli effetti dannosi sulle figlie
Sembra strano ma commentare il proprio aspetto influisce negativamente su come si sentono i figli rispetto al proprio corpo. Cosa dire o non dire, ma soprattutto... cosa fare
Come ci sentiamo nei nostri corpi ha un impatto diretto sui nostri figli, specialmente sulle nostre figlie. Da uno studio del Common Sense Media, che è stato una revisione di tutte le ricerche esistenti su come ragazzi e adolescenti si sentono rispetto ai loro corpi, emerge che i giovani che pensano che le loro mamme siano scontente del proprio peso hanno maggiori probabilità di sentirsi insoddisfatti a loro volta.
I modelli da seguire
Le madri hanno un ruolo “enorme” quando si tratta di influenzare l’immagine del corpo delle loro figlie, un ruolo molto più grande di quello che possano pensare di avere. Anche se fanno loro complimenti, dicendo alle ragazze quanto sono belle e che non dovrebbero preoccuparsi di cosa pensano gli altri, ogni volta che allo specchio fanno un commento negativo su se stesse è come se parlassero male alle figlie. Perché? Lo abbiamo chiesto al dottor Stefano Erzegovesi, nutrizionista e psichiatra, responsabile del Centro dei disturbi alimentari dell’Ospedale San Raffaele di Milano: «Tutto ciò che riguarda un giudizio sul corpo sia fatto al diretto interessato, sia fatto su se stessi tende a creare un’attenzione selettiva sull’immagine corporea – spiega l’esperto - , cioè l’attenzione rimane troppo concentrata sulla dimensione corporea, l’autostima si collega direttamente alla forma fisica e questo tipo di “valori” sono quelli che vengono trasmessi. Ma attenzione: non vale solo per madri e figlie, ma in genere nello scambio quotidiano tra genitori e figli di qualsiasi genere, anche quando un padre continua a far commenti davanti allo specchio sulla tonicità dei muscoli (o meno) e la necessità di andare in palestra».
Adolescenti a rischio
«È sempre importante insegnare ai ragazzi a non valutarsi (e valutare) in base all’aspetto fisico - specifica Erzegovesi - , ma maggiori precauzioni vanno prese soprattutto in un caso: quando in famiglia ci sono figli adolescenti a rischio di disturbi alimentari, quindi con un temperamento perfezionista e già qualche mania salutista o di esclusione legata ai cibi. Un commento è umano, ma può facilitare l’eccessiva attenzione sull’aspetto visivo ed estetico della forma fisica. Un adulto che è comunque la figura di riferimento (anche se contestata) condiziona i modelli da seguire. I ragazzi penseranno: “Se la mamma è così preoccupata per il suo corpo forse è meglio che lo sia anche io”».
Come comportarsi
Allora come possiamo trasmettere ai figli un’immagine sana del corpo? «In primo luogo, bisogna evitare di parlare eccessivamente del peso o dell’aspetto. Non parliamo di diete, della necessità di stare a dieta e certamente non promuoviamole nei confronti dei figli. Più che parlare, bisogna fare, condividere un’esperienza, una scelta di cibi – suggerisce il dottore - . A tavola un discorso che funziona e risulta molto comprensibile è quello dei bisogni differenti. Se sono un atleta dovrò mangiare di più rispetto a chi lavora seduto alla scrivania per 8 ore. Se sono un adolescente in crescita mangio di più di una donna adulta in menopausa, perché i nostri corpi richiedono in modo differente
(...omissis...)
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(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)