Università di Cambridge: i chili di troppo ci fanno scegliere più spesso il cibo spazzatura
I chili di troppo ci fanno scegliere più spesso cibi spazzatura
Magri e sovrappeso in astratto fanno entrambi scelte salutari,ma davanti a un buffet
i secondi optano per cibi meno sani; colpa di differenze in alcune zone cerebrali?
In teoria siamo tutti bravi a scegliere i cibi più sani: sappiamo quali sono, che cosa fa bene e che cosa fa ingrassare. Quando però i piatti li abbiamo davvero di fronte, chi ha qualche chilo di troppo tende a optare per le alternative più golose per colpa, almeno in parte, del cervello: la struttura di alcune aree cerebrali pare essere infatti leggermente diversa a seconda dell'indice di massa corporea e questo si tradurrebbe in una maggiore impulsività in chi già è in lotta con la bilancia. Lo dimostrano due recenti studi dell'Università di Cambridge secondo cui «L'ambiente attorno a noi ha la capacità di surclassare la nostra volontà di mangiare più sano: per quanto ci possiamo sforzare, quando il cibo non è un’ipotesi ma una scelta reale il rischio di preferire ciò che è meno salutare sembra crescere all'aumentare del peso», come dice uno degli autori, Teresa Marteau della Behavoiur and Health Research Unit.
Il gusto guida le scelte
Già da tempo è noto che le persone obese o in sovrappeso tendono a consumare in maggior quantità alimenti con alti livelli di zuccheri e grassi, eppure li considerano poco sani tanto quanto i magri: una contraddizione che i ricercatori di Cambridge hanno cercato di capire in un primo studio valutando quale sia la relazione fra il giudizio di salubrità e gusto dato al cibo e l'effettiva scelta compiuta di fronte a un buffet. Per prima cosa, ai volontari magri e sovrappeso è stato chiesto di dare un voto a cinquanta snack presentati sullo schermo di un computer, indicando quali fossero «neutri» per loro; quindi i cibi sono stati di nuovo presentati a coppie ai partecipanti mentre si trovavano all'interno di una risonanza magnetica funzionale, chiedendo loro se avrebbero di volta in volta scambiato lo spezzafame proposto con un altro valutato come neutrale. In questo esperimento astratto, nel quale cioè non si mangiava davvero, le risposte e le reazioni cerebrali sono state identiche per tutti, magri o meno: ciò che guidava le scelte era il gusto, prima ancora della salubrità, e la tendenza a scambiare lo snack per uno ritenuto di gusto ed effetto neutro induceva un incremento simile dell'attività della corteccia frontale ventro-mediale, un'area connessa al valore che diamo alla ricompensa, anche quella derivante dal cibo.
Tutto cambia di fronte al buffet
Nessuna differenza, quindi, ma le cose sono cambiate quando i volontari sono stati messi di fronte a un vero buffet: per ciascuna opzione i ricercatori avevano fornito un'alternativa più e meno salutare, per esempio si potevano trovare sandwich al pollo o sandwich al bacon, bevande normali o “diet” senza zucchero. Ebbene, in questo caso i soggetti in sovrappeso hanno consumato una quantità di cibo spazzatura superiore rispetto ai longilinei.
(...omissis...)
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(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)