Dipartimento Politiche Antidroga: nuovo vertice
ITALIA - Dipartimento Politiche Antidroga. Nuovo vertice
Nuovo cambio al vertice del Dipartimento per le Politiche antidroga (Dpa): a pochi mesi dalla nomina del consigliere Paola D'Avena come nuovo capo dipartimento, il sito ufficiale del Dpa aggiorna l'organigramma della struttura al cui comando va il consigliere Maria Contento.
Prima di approdare al Dpa, Contento ha coordinato l'Ufficio formazione ricerca e progettazione europea ed internazionale della Scuola nazionale dell'amministrazione. Tra gli incarichi precedenti anche il dipartimento politiche di gestione promozione e sviluppo delle risorse umane e strumentali, quello per l'informazione e l'editoria, gli Affari regionali e anche un incarico al ministero della Difesa.
Nel nuovo organico del Dipartimento antidroga scompare, inoltre, il nome del consigliere Patrizia De Rose. Dopo aver guidato la difficile transizione dal dopo Serpelloni ad oggi senza un mandato da capo dipartimento, De Rose (come indica il curriculum aggiornato sul sito internet del governo) va a guidare l'Ufficio controllo interno, trasparenza e integrita'.
Continua cosi' il walzer delle nomine per un Dipartimento a cui gli ultimi governi hanno dedicato scarsa attenzione. Il rapido passaggio di consegne da D'Avena a Contento ne e' la prova, mentre nel mondo del terzo settore si attende ancora da parte dell'esecutivo una delega politica e una Conferenza nazionale (prevista per legge ogni tre anni) che manca all'appello dal 2009.
"Siamo sempre allo stesso punto - Luciano Squillaci, presidente della Federazione italiana comunita' terapeutiche -, se non c'e' una delega politica chiara, e ad oggi continua a non esserci, continueremo ad avere degli ottimi burocrati ma nessun genere di passo avanti. E' sotto gli occhi di tutti come di fronte ad una questione dipendenze sempre piu' feroce, soprattutto tra i giovanissimi, continua ad esserci il silenzio piu' assoluto. Questo governo, delle dipendenze, ha deciso di non occuparsi.
Stiamo aspettando come manna dal cielo la Conferenza antidroga perche' abbiamo una normativa vecchia di 27 anni e purtroppo non abbiamo nessuna notizia". Per Squillaci, pero', la situazione italiana e' a dir. "L'Italia ha dismesso qualsiasi attivita' di prevenzione. Ha fermato qualunque genere di attivita', i servizi sono allo sbando, sul territorio si fatica in maniera enorme. Questi sono i risultati e ci danno l'idea che l'Italia si sia arresa. Una situazione del genere non l'abbiamo mai vissuta. C'e' un completo disinteresse". Preoccupato anche Leopoldo Grosso, presidente onorario del Gruppo Abele. "Oggi il dipartimento e' voluto in modalita' tale che non funzioni. E' bloccato qualsiasi tipo di finanziamento e di innovazione. Gli stessi piani d'azione sono all'acqua di rosa, non c'e' stata la conferenza nazionale, non si e' creata la consulta degli operatori. Non c'e' stato nulla.
L'unica cosa fatta e' la partecipazione italiana ad Ungass, ma e' avvenuta perche' c'e' stata una grossa mobilitazione delle organizzazioni non governative che in qualche modo hanno obbligato il governo a prendere posizione". Una situazione di stallo che perdura, paradossalmente, dalla mancata riconferma di Giovanni Serpelloni a capo del Dipartimento. E le responsabilita' sono soltanto politiche. Sulla delega, infatti, Grosso conferma che e' "tutto fermo. Il patto tra centro sinistra e centro destra e' stato quello di mettere da parte una problematica conflittuale che e' la tossicodipendenza e recepita a inizio legislatura la decisione della corte costituzionale sulla Fini Giovanardi poi non si e' nemmeno fatta quella modifica necessaria per raccordare meglio la normativa attuale rispetto alla legge precedente". Anche tra le aule parlamentari nessun passo avanti sul tema droghe.
(...omissis...)
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(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)