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News di Alcologia

Io ormai ero convinto di morire di overdose...

Io ormai ero convinto di morire di overdose...

Io ormai ero convinto di morire di overdose...

Sono Vladimiro, ho 43 anni e sono di Lecce. La mia famiglia è formata da mio padre, un fratello gemello e un fratello più grande. Io ho fatto 6 esperienze comunitarie compresa questa e 5 anni di carcere.

Qui mi sono trovato subito bene e mi trovo qui da più di 1 anno in quanto ho trovato un metodo che mi fa esprimere il mio carattere liberamente.

Io ho cominciato a fumare spinelli a 17 anni quando ancora andavo a scuola e subito mi sono messo a spacciare hashish a scuola perché i soldi mi servivano per poter comprare l'eroina.

Molti pensano che l'hashish sia una sostanza leggera invece è una droga vera e propria. Il principio attivo dell'hashish, il THC che sta per tetraidrocannabinolo, agisce su quella parte del cervello che viene chiamata ippocampo che non è altro che la sede della nostra memoria.

Un ragazzo in comunità cerca di individuare qual è stato il fattore scatenante che l'ha portato all'abuso di alcol o di sostanze stupefacenti.

Possono essere diversi come la separazione dei genitori, un grave lutto in famiglia oppure la curiosità, la voglia di vivere liberi che in pratica è il mio caso.

I genitori ormai li vedevo come dei nemici che mi impedivano di fare la vita che volevo.

Dicevo la solita frase che dicono tutti i giovani "La vita è mia e faccio quello che voglio".

Ma questa libertà alla fine non è stata una libertà, ma si è trasformata in schiavitù, schiavitù di una sostanza esterna.

Io ormai ero convinto di morire di overdose, ormai mi consideravo un malato, la mia tossicodipendenza era diventata una vera e propria patologia. Se questo non è successo lo devo ai miei genitori che mi sono stati sempre vicino.

Poi sempre per la mia curiosità nel febbraio del '97 ho voluto provare un acido, un LSD cioè l'acido lisergico e questo mi ha aperto le porte del disagio mentale ed è stato molto difficile per me accettare questo nuovo problema ancor più della tossicodipendenza.

Poi è subentrata anche la depressione; sono stato 3 mesi buttato nel letto senza mangiare, senza lavarmi, pensavo solo al modo per farla finita. Infatti, nell'estate presi 48 pastiglie di barbiturici e mi hanno salvato in extremis. Mi sono svegliato poi nel reparto di psichiatria però mi sentivo bene, mi sentivo come guarito; anche il primario che mi seguiva non si sapeva dare spiegazioni su questo fatto perché mi vedeva che stavo bene, che mi ero ripreso.

Però io ancora continuavo ad usare sostanze e i genitori miei non sapevano più cosa fare. Prima di venire qua ero arrivato al punto di chiedere i soldi a casa per la dose e vedevo ogni volta mio padre che si metteva a piangere e questo mi ha stimolato ancora una volta a chiedere aiuto ad una comunità, cioè al CUFRAD. Volevo andare in una comunità che fosse lontana da Lecce e questa era l'unica che faceva i colloqui telefonici.

Come dicevo prima qui mi trovo bene, a casa adesso va tutto bene; quando mi mandano a trovarli li vedo sereni, felici e questo mi da la forza di andare avanti nel lavoro che sto facendo su di me. Io mi rivolgo soprattutto agli adolescenti perchè sono convinto che la prevenzione sia la cura giusta ed invito tutti i genitori a parlare apertamente con i propri figli di questo problema della droga, di dire loro a cosa vanno incontro senza che l'argomento diventi un tabù in famiglia.

Ricordo che un amico aveva un figlio e mi chiedeva sempre "Come devo fare?" aveva paura che il figlio quando cresceva cadeva nella droga e io gli dicevo "Parlagli, spiegaglielo!". Infatti, suo figlio è venuto su bene.

Il mio pensiero sulla società di oggi è che non ci sono più punti di riferimento; le persone si fanno la guerra fra loro. Comunque, nonostante questo pessimismo che c'è in giro vorrei citare un pensiero di Kipling "Se ogni uomo di piccolo conto facesse qualcosa di piccolo conto il mondo sarebbe migliore".

 

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