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McGill University: gli antidolorifici fanno più morti di eroina e cocaina

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Gli antidolorifici fanno più morti di eroina e cocaina

Negli Usa nel 2010 i decessi sono stati 16.000, un'epidemia con molte cause, compresa la prescrizione troppo facile. E in Italia? Ne parliamo con la responsabile dell'Osservatorio Fumo Alcol e Droga dell'Iss


Da soli, o mescolati con alcol o altre sostanze fanno più morti delle overdose da eroina e cocaina messe insieme e il loro consumo è stato in costante aumento negli ultimi 20 anni in Nord America: Stati Uniti e Canada sono rispettivamente al primo e al secondo posto nel mondo per consumo pro-capite. Parliamo degli antidolorifici oppiacei, venduti dietro prescrizione medica, che hanno fatto nei soli Stati Uniti 16.000 morti nel 2010.

Uno studio condotto dalla McGill University ha cercato di sondare il motivo di questa epidemia analizzando dati e studi riferiti al periodo compreso tra il 1990 e il 2013. "Abbiamo identificato 17 fattori determinanti della mortalità legata agli oppioidi e all'aumento della mortalità, che abbiamo classificato in 3 categorie: il comportamento del medico che prescrive, il comportamento dei consumatori e le caratteristiche e le determinanti ambientali e sistemiche. Questi determinanti operano in modo indipendente, ma interagiscono in modi complessi che variano a seconda della geografia e della popolazione", spiegano gli autori nel lavoro pubblicato sull'American Journal of Public Health.

Panorama.it ha chiesto a Roberta Pacifici, responsabile dell'Osservatorio Fumo Alcol e Droga dell'Istituto Superiore di Sanità, di aiutarci a capire il fenomeno. "Il problema è molto semplice da spiegare. Mentre nel caso dell'eroina il consumatore sa come comportarsi in caso di overdose, esistono una farmacologia di intervento consolidata e una rete di assistenza sul territorio molto efficace e capillare che hanno fatto sì che il numero di overdose sia andato a diminuire, non solo quindi grazie a un calo dei consumi, per gli antidolorifici non è così.

In chi li consuma manca la consapevolezza dei rischi?
Il problema è che l'uso degli antidolorifici, molti dei quali hanno lo stesso meccanismo d'azione e le stesse problematiche ed effetti collaterali dell'eroina, perché sono oppiacei, è più insidioso perché esce dal concetto di consumo di sostanza stupefacente e riguarda popolazioni che hanno una considerazione di sé molto diversa dal tossicomane: pensano di poter gestire la situazione.

Negli Stati Uniti sul banco degli imputati ci sono i medici che prescriverebbero questi prodotti con troppa facilità. Non è questo il caso in Italia.
Sono farmaci da prescrizione, per i quali però esiste un commercio clandestino, che pone l'ulteriore problema di imbattersi in prodotti contraffatti. Questi girano soprattutto su Internet e possono anche avere concentrazioni diverse da quelle dichiarate in etichetta, con il rischio di condurre a un'overdose fortuita.

I giovani in genere sono però attirati da droghe e prodotti nuovi: gli antidolorifici non sembrano poter vantare un grande appeal.
In Italia molti dichiarano il fenomeno di abuso di antidolorifici in crescita. Un prodotto non deve essere necessariamente nuovo per attirare nuovi consumatori. A volte assistiamo alla riproposizione di vecchi prodotti in associazione con altro o con il suggerimento di vie di somministrazione alternative. C'è una tendenza alla sperimentazione e alla condivisione via Internet di nuovi miscugli, con network e chat in cui ci si scambiano consigli sulle sostanze da usare. Gli antidolorifici quindi potrebbero rientrare in questi cocktail anche perché sono più facili da reperire rispetto all'eroina o alla cocaina.




(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://scienza.panorama.it/salute/Gli-antidolorifici-fanno-piu-morti-di-eroina-e-cocaina


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)