Trieste: in prima linea contro eroina e l'abuso di alcolici
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È in costante aumento il numero degli utenti in cura al Sert di Trieste, e i ragazzini under 22 rappresentano la nuova frontiera dell'utenza. A dirlo è la dottoressa Roberta Balestra, responsabile del Dipartimento delle dipendenze dell'Azienda sanitaria triestina. Il servizio, nato negli anni '80, si differenzia oggi in due strutture ben distinte: la prima, il Sert, si occupa della prevenzione e trattamento delle dipendenze dalle sostanze illegali; il secondo invece si concentra sulle sostante legali, e precisamente alcol, tabacco e gioco d'azzardo patologico. «La maggior parte delle persone in cura arriva da noi spontaneamente - commenta Balestra - negli altri casi riceviamo segnalazioni dal medico di base, dalla famiglia o dal pronto soccorso. Per quanto concerne la prima struttura, quella del Sert, abbiamo registrato un aumento del poliabuso, ovvero casi in cui accanto alla sostanza usata più di frequente se ne affiancano altre; in media comunque è sempre l'eroina a farla da padrona, prevalendo anche tra i giovanissimi». Nel 2009 il numero degli utenti sotto i 22 anni è passato dal cinque al 20% tra i nuovi utenti: 60 i casi registrati fino ad oggi, al cui interno, per la prima volta, figurano anche 20 minorenni già tossicodipendenti. «L'eroina viene usata per via inalatoria - continua Balestra - si pensa che fumandola o sniffandola faccia meno male, e si aggira così anche la paura che ancora ruota intorno a questa sostanza». Non solo "bianca" ma anche la cocaina, spesso usata in contemporanea ad altre sostanze, e la cannabis, molto diffusa tra i ragazzi: quest'ultima infatti rientra nelle cosiddette droghe "ricreazionali", usate nei weekend e a seconda dei contesti, come la chetamina, il popper e l'ecstacy. Dati alla mano del 15 giugno di quest'anno, al Sert sono in carico 706 persone, di cui 684 per dipendenza da eroina e nove per problematiche legate alla dipendenza dalla cocaina. Di queste, quasi tutte si avvalgono di programmi ambulatoriali e soltanto una cinquantina si trova in strutture residenziali. Il totale del 2008 è stato di 841 utenti, dei quali 115 nuovi ingressi, la fascia d'età più numerosa è quella compresa tra i 25 e i 35 anni. Ogni anno quindi si registra un lieve aumento, ma importante: «Premesso che una società senza droghe non esiste e non è mai esistita - commenta Balestra - la dipendenza nasce dall'incrocio di tre fattori: la sostanza, il contesto e la persona. Gran parte della popolazione consuma, sperimenta e non vi rimane incastrata. Quando, ad una situazione di malessere personale o di immaturità, come appunto può essere un ragazzino senza una chiara identità, si accompagna una realtà sociale dove tutto è consumo quale la nostra, allora può accadere che da consumatore occasionale, si diventi un consumatore a rischio e un dipendente». Non è soltanto l'eroina a preoccupare gli operatori sanitari, anche l'abuso di alcol è sempre in costante crescita: lo scorso anno sono state oltre 1600 le persone in carico, tra queste il 75% per problemi alcol correlati, il 17% per dipendenza da tabacco e il 2,5% per gioco d'azzardo compulsivo. «Non si fa ancora sufficiente prevenzione nelle scuole, nei rioni e sui luoghi di lavoro - sottolinea la responsabile - Bisogna ragionare coi giovani, far loro capire senza ipocrisia quali sono gli effetti delle sostanze, i loro bisogni, le alternative, i rischi del consumo. La consapevolezza è la migliore delle armi, e la sfida degli operatori sta nel diffondere la cultura della conoscenza. Al Sert si lavora anche sul fronte delle prevenzione - conclude - per questo collaboriamo con gli educatori di strada delle cooperative cittadine e le associazioni di volontariato. In Friuli Venezia Giulia si lavora abbastanza su questo fronte, la situazione di Trieste è migliore che altrove, ma non dimentichiamo che in dipartimento siamo soltanto in 60 tra medici, psicologi, infermieri, assistenti sociali e educatori: i più numerosi sull'intero territorio regionale, ma non è abbastanza, bisogna fare di più, anche sul fronte del reinserimento lavorativo dell'utenza».