Hikikomori e i nuovi schiavi della rete, le dipendenze tecnologiche
Hikikomori e i nuovi schiavi della rete, le dipendenze tecnologiche
Le dipendenze tecnologiche sono una delle più recenti forme di disturbi psicologici che attanagliano la nostra società, basta pensare al nuovo fenomeno degli hikikomori. L’avvento degli smartphone, dei tablet e dei social network ha, indubbiamente, ampliato le modalità di accesso ai contenuti multimediali e ha offerto metodi alternativi di rapportarsi con gli altri.
L’altra faccia della medaglia è, purtroppo, rappresentata dall’eccessivo uso che alcune persone fanno delle nuove tecnologie e di Internet, tanto da divenire “schiavi” di questi mezzi, invece di utilizzarli con moderazione.
Gli hikikomori: chi sono
Un fenomeno diffuso soprattutto in Giappone, ma di recente anche in Occidente, è quello degli “hikikomori” (in giapponese “stare in disparte, ritirarsi”): ragazzi che si autoescludono dalla vita sociale, segregandosi volontariamente nella loro stanza e sostituendo i rapporti interpersonali con quelli virtuali.
Cosa è la “nomofobia”
Un neologismo che ben rappresenta questo tipo di patologie è “nomofobia“, ovvero la paura di rimanere disconnessi da internet attraverso i dispositivi mobili: essa può causare stati di ansia, agitazione e irritazione se non vengono consultati, anche per pochi attimi, lo smartphone o il tablet.
Questa fobia produce anche altri effetti nocivi: fuga dai rapporti sociali; diminuzione delle ore trascorse all’aria aperta; disturbi del sonno in coincidenza dell’uso di computer, tablet e smartphone nelle ore notturne (il cosiddetto “vamping”, da vampiro).
Il fenomeno dei “nerd”
Con il termine inglese “nerd“, invece, vengono descritte le persone che hanno un carattere solitario e frustrato, e mostrano un interesse ossessivo per ciò che riguarda le nuove tecnologie, sottraendosi al contatto reale con gli altri e all’attività sportiva.
“Pro” e “contro” dei social network
Se è vero che i social network consentono alla gente di comunicare anche con persone che sono distanti geograficamente, il rischio è di percepire come reali delle relazioni che sono fondate su delle basi virtuali. Il contatto reale tra individui è, infatti, importante per comprendere meglio cosa hanno da dirci i nostri interlocutori e quali emozioni vogliono trasmetterci con il loro “linguaggio non verbale” (gestualità, espressioni facciali).
Dipendenze tecnologiche, i rischi
Internet e il web costituiscono delle importanti fonti di informazione, di intrattenimento e anche di relazione.
Ma quando il tempo trascorso “online” sottrae il tempo dedicato ad altre attività, si è in presenza di una dipendenza vera e propria, dato che c’è una compulsiva ricerca del piacere in dosi elevate, derivante da un utilizzo incontrollato dei mezzi tecnologici.
Molte le conseguenze derivanti da un eccessivo uso della multimedialità: riduzione dello sviluppo della personalità umana; condizionamento da parte della realtà virtuale; appiattimento e omologazione delle esperienze provate; presenza di disturbi del comportamento e psicosi.
Lo sviluppo delle “life skills”
Per far fronte a questa forma di schiavitù, provocata dalle nuove tecnologie, è importante sviluppare le cosiddette “life skills“: capacità umane acquisite tramite l’insegnamento o l’esperienza, che vengono usate per gestire problemi e situazioni incontrate nella vita quotidiana.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.primapaginaonline.it/2018/06/14/hikikomori-dipendenze-tecnologiche-se-la-rete-e-una-schiavitu/
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)