Alcuni dati sul GAP in Italia
Alcuni dati sul GAP in Italia
A girar per strada nelle città italiane non è insolito trovare qualcuno intento a grattare con una monetina il fondo
argentato di un biglietto, che potrebbe regalargli la felicità. D'altronde uno degli slogan più riusciti e quel "ti piace
vincere facile" seguito da un bongi bongi bobobo. Un sogno preconfezionato che viene venduto agli italiani in ‘gettoni d'oro
'. O in dipendenza dal gioco d'azzardo.
Federconsumatori e Adusbef hanno già dato mandato alla Consulta Legale al fine di mettere in campo tutte le iniziative
C'è una inchiesta pubblicata nel numero di giugno del periodico Altreconomia nella quale si pone l'accento sull'importanza
che ricopre il ‘comparto' scommesse nell'economia italiana. Oggi si viene a sapere che la terza industria in Italia, dopo Eni
e Fiat, è proprio quella dei giochi. Gli italiani nel 2009, tentando la fortuna, hanno speso 53,4 miliardi di euro tra Lotto,
Superenalotto, Win for Life, lotterie, gratta e vinci, scommesse e slot machine. Nel dettaglio, oltre 2,5 miliardi di Euro
sono stati spesi per sfidare la dea bendata con le slot machines (oltre 350.000 gli apparecchi installati), e 5 miliardi di
Euro con il poker online. A poco serve dire che è statisticamente più probabile che si vinca al casinò invece che alle
‘macchinette sotto casa'.
"Si tratta di una tendenza estremamente preoccupante - scrivono Federconsumatori e Adusbef in una nota congiunta -
sicuramente accentuata dalla crisi in atto: il potere di acquisto scende, le spese aumentano e sempre più italiani sognano
vincite facili per uscire dal contesto drammatico nel quale si trovano." Ma quello che impensierisce di più è "il crescente
numero di giovani che si avvicinano a questo mondo -scrivono Federconsumatori e Adusbef - sensibili all'immagine dei soldi e
della "vincita che ti cambia la vita", incentivati anche dalla pubblicità dilagante sul web e in televisione."
Disturbo ossessivo compulsivo
Il gioco d'azzardo patologico è un disturbo del comportamento che, anche se rientra tuttora nella categoria diagnostica dei
disturbi ossessivo compulsivi, ha in realtà una grande attinenza con la tossicodipendenza, tanto da rientrare nell'area delle
cosiddette "dipendenze senza sostanze".
Il giocatore patologico, infatti, mostra una crescente dipendenza nei confronti del gioco d'azzardo, aumentando la frequenza
delle giocate, il tempo passato a giocare, la somma spesa nel tentativo di recuperare le perdite, investendo più delle
proprie possibilità economiche e trascurando i normali impegni della vita per dedicarsi al gioco.
In Italia la cura dei giocatori patologici è effettuata, anche se in modo ancora non omogeneo, dai Servizi Tossicodipendenze
delle ASL, che sono generalmente in grado di fornire informazioni sui centri di cura anche quando non se ne occupano
direttamente. Esistono inoltre alcune realtà private tra le quali Giocatori Anonimi, associazione gratuita e basata
sull'auto-aiuto, affiliata a Gamblers Anonymous Americano, che aiuta il recupero da questa dipendenza e ha in Italia numerose
sedi.
Federconsumatori e Adusbef, preoccupati per la situazione, hanno già dato mandato alla Consulta Legale al fine di mettere in
campo tutte le iniziative possibili per contrastare questo fenomeno, anche alla luce delle direttive europee in materia.
Fa gola alle mafie
Secondo quanto scritto da Altreconomia, in Italia, sono autorizzati 360 mila apparecchi, 200 mila dei quali fanno capo a
quattro gruppi: Lottomatica, Snai, B Plus giocolegale limited, Gamenet Spa. Ai baristi tocca il 3% dei 24,8 miliardi di euro
spesi dagli italiani. Nell'inchiesta vengono evidenziati anche "gli scarsi controlli al limite di una sola macchina ogni 15
metri quadrati imposti ai baristi e, soprattutto, il coinvolgimento di mafie e usurai in un business molto appetibile".
Infatti è impossibile calcolare il giro di denaro che ruota attorno alle scommesse clandestine e alle bische.
Nell'immaginario collettivo, al pensiero della bisca, viene in mente un locale fumoso, dove per entrare devi conoscere la
password da bisbigliare nell'orecchio mozzato di un buttafuori poco raccomandabile. Di solito il locale è ubicato nel
quartiere malfamato della città. In uno di quei quartieri newyorchesi dove i ‘tombini fumano e le pistole cantano'. A pensar
bene, molto del suo successo, Las Vegas lo deve proprio al gioco d'azzardo. Nel 1946, Bugsy Siegel, (famoso gangster
ammanicato con le 5 famiglie) aprì il famoso Flamingo Hotel. Già da allora era chiaro che il banco vince sempre.