Friuli: programmi regionali per contrastare il GAP
Friuli: programmi regionali per contrastare il GAP
''Nel nostro impegno per la sicurezza, siamo qui oggi per conoscere un problema che riguarda diversi cittadini,
psicologicamente piu' deboli, caduti nella dipendenza dell'azzardo. Da Campoformido e' partita da anni una campagna
terapeutica per molto tempo unica in Italia per combattere tale dipendenza, per cui vogliamo capire se nel Programma
regionale per la sicurezza sara' possibile recepire progetti e proposte per contrastare il fenomeno e accompagnare chi gia'
sta lavorando con risultati ottimi e interessanti''.
Questo l'impegno espresso oggi a Campoformido dall'assessore regionale alla Sicurezza del Friuli, Federica Seganti, a seguito
dell'incontro con il responsabile del Centro terapia per ex giocatori e loro familiari, Rolando De Luca, il presidente
dell'Associazione Agita, Adriano Valvassori, presente con altri dirigenti, il vicesindaco ed il consigliere delegato alle
Politiche associative del Comune di Campoformido, Paolo Fontanini e Marino Tomada.
Come ha ricordato Seganti, il Programma regionale per la sicurezza si compone di una parte a favore degli Enti locali e delle
forze dell'ordine per infrastrutture e mezzi e di una parte inerente alla prevenzione e alla sicurezza, specie delle fasce
piu' deboli della popolazione. ''In tale contesto - ha spiegato l'assessore - si sono attivate iniziative contro il fenomeno
del bullismo, per la difesa personale delle donne e per la sicurezza stradale dei giovani patentati. Ora penseremo anche ad
altri fenomeni, come il contrasto alle truffe agli anziani o come la dipendenza dall'azzardo. Oggi abbiamo iniziato
un'analisi del fenomeno, attendiamo dagli esperti e da chi ha gia' operato nel territorio le proposte piu' idonee''.
Quello dell'azzardo e' un fenomeno molto esteso: De Luca ha fornito dei dati in proposito tali da far ritenere che il giro
d'affari in Italia ammonti ad oltre 54 miliardi di euro che, nel corso del 2010, potrebbero arrivare a 60. L'entrata per lo
Stato, ha sottolineato, e' di 9,5 miliardi di euro. In Friuli Venezia Giulia il giro e' di 814 milioni di euro (senza contare
i soldi spesi all'estero), pari a 759 euro per ogni cittadino della regione.
Per De Luca il fenomeno ''puo' diminuire solo eliminando la pubblicita' e l'offerta''. Il Centro terapeutico di Campoformido,
primo in Italia e ora preso a modello in diverse altre citta', ha una storia che inizia nel 1993 e l'attivita' dal 1997 con
un primo gruppo in terapia; oggi i gruppi sono 10.
''Ci occupiamo anche del dopo-terapia per capire come le persone ex dipendenti e le loro famiglie vivono: si puo' dire che
cambia completamente lo stile di vita'', ha detto De Luca.
Il terapeuta ha anche fatto cenno al fenomeno del gioco in borsa, al fattore rischio che va eliminato, alla necessita' che
devono essere le famiglie, prima ancora che il soggetto dipendente, a chiedere aiuto. A questo proposito, ha proposto come
nuova ricerca sperimentale (il Centro di Campoformido ne ha gia' eseguite molte, illustrandole nel convegno annuale che
quest'anno si svolgera' il 10 ottobre) sull'ipotesi che le persone, dopo una lunga terapia, abbiano un valore di ansia e di
depressione inferiore a quello della popolazione normale.
''Qui tra le persone in trattamento (ne sono uscite 120 finora) - ha affermato De Luca - non si sono verificate ne' suicidi
ne' separazioni familiari. Allo scontro abbiano sostituito il dialogo. Tra le persone piu' deboli ci sono i giovani e le
donne; per tutti bisogna vigilare che risolta una dipendenza non se ne attivi un'altra''.
Alcuni dati statistici relativi ai 10 gruppi in trattamento: 70 per cento dei giocatori sono sposati o conviventi; 6 per
cento laureati, 51 per cento diplomati, 36 per cento con licenza media e 6 con licenza elementare; l88 per cento proviene dal
Friuli Venezia Giulia, 12 dal Veneto; 5 per cento sotto i 30 anni, 30 per cento tra i 30 e 40, 33 per cento fra 40 e 50, 21
per cento tra 50 e 60, 11 per cento con piu' di 60 anni; dei familiari, invece, il 46 per cento ha piu' di 50 anni; ed
ancora, 84 per cento sono maschi e il 16 per cento femmine (queste ultime con un'eta' media piu' alta rispetto ai maschi); 56
per cento sono lavoratori dipendenti, 26 per cento autonomi, 13 per cento pensionati, 1 per cento casalinghe (4 per cento non
dichiarato).