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Gambling e neuroimaging

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Studi di neuroimaging


Già in passato sono stati eseguiti vari studi di brain imaging (Potenza 2003, Best 2002, New 2002) che, utilizzando le tecniche di neuroimaging, hanno scientificamente documentato che i pazienti affetti da gioco d’azzardo patologico, sottoposti a stimolo visivo evocativo del gioco d’azzardo, avevano un risveglio dell’impulso al gioco con attivazione di alcune aree cerebrali con coesistenza di una diminuzione dell’attività della corteccia prefrontale ventro-mediale e conseguente deficit del controllo degli impulsi e dei processi decisionali.


Date le somiglianze tra gambling patologico e dipendenza da droghe, la ricerca nel neuroimaging sul gioco d’azzardo patologico ha fatto assunti e utilizzato paradigmi simili a quelli usati nella ricerca sui disturbi da uso di sostanze. In particolare, sono state investigate la risposta alla ricompensa (guadagno) e alla perdita, la reattività agli stimoli, l’impulsività e la capacità di prendere decisioni (decision-making).


In uno studio molto recente (Balodis 2012), è stata documentata nei giocatori d’azzardo vs controlli una riduzione dell’attività neurale nel nucleo striato ventrale, nella corteccia prefrontale e nell’insula. E’ stata inoltre osservata un’attività ridotta del neurocircuito cortico-striale durante le fasi di elaborazione della ricompensa monetaria ottenuta con il gioco d’azzardo. Questo comporta, nel giocatore con dipendenza da gioco d’azzardo, delle alterazioni della capacità di valutazione e previsione della perdita che aggravano il quadro del gioco d’azzardo patologico. E’ stata osservata anche una riduzione dell’attività striatale durante il periodo di anticipazione nell’aspettativa del guadagno, con una  contemporanea tendenza al comportamento impulsivo. A questo proposito, De Ruiter (2009) ha documentato che nei soggetti affetti da gioco d’azzardo patologico vi è una mancata attivazione della corteccia prefrontale ventro-laterale destra, sia in condizioni di guadagno monetario, sia di perdita. Questo comporta un deficit del controllo comportamentale.


E’stata studiata anche la reattività allo stimolo derivante dalla visione e dalla rievocazione del ricordo del gioco d’azzardo nei giocatori problematici (Goudriaan 2009). In costoro, è stata osservata una maggior attivazione delle aree limbiche (striato, ippocampo e amigdala) fortemente correlata con un maggior grado di craving nei giocatori più problematici.


Inoltre, Goudriaan e collaboratori (2010) hanno confrontato la reattività agli stimoli in 17 giocatori d’azzardo patologici non-fumatori (GAP), 18 persone che fumano pesantemente tabacco, non giocatori d’azzardo, e 17 soggetti sani di controllo. I partecipanti hanno visto immagini legate al gioco d’azzardo, immagini legate al fumo ed immagini neutre durante la Risonanza Magnetica funzionale. Quando venivano viste immagini legate al gioco, rispetto a quelle neutre, è stata riscontrata una più grande attivazione nelle aree occipito-temporali, nella corteccia cingolata posteriore, nel giro paraippocampale e nell’amigdala nei giocatori d’azzardo rispetto ai soggetti di controllo e ai fumatori. Inoltre, è stata trovata una correlazione positiva tra il craving soggettivo e l’attivazione del segnale BOLD nella corteccia prefrontale ventro-laterale e nell’insula anteriore sinistra. Comparando il gruppo di controllo con gli altri due gruppi, non sono state rilevate differenze significative nell’attività cerebrale indotta da stimoli legati al fumo. Le aree cerebrali con maggiore risposta alle immagini legate al gambling nei giocatori d’azzardo patologici sono regioni coinvolte nella motivazione e nel processamento visivo, similmente ai meccanismi neurali che sottendono la reattività agli stimoli legati alle droghe nella dipendenza da sostanze.


Dalla valutazione neuropsicologica è emerso che il funzionamento neuropsicologico dei giocatori patologici è simile a quello di soggetti con danno neurologico del lobo frontale e con disturbi da uso di droghe. Questi ultimi studi suggeriscono per i giocatori d’azzardo una compromissione dei processi decisionali, che li porta a trascurare o ignorare le conseguenze negative della ricompensa immediata (ottenuta attraverso il gioco d’azzardo), e anche a credenze irrazionali, che li portano a sopravvalutare le reali possibilità di vincita (Conversano 2012). Attraverso studi con fMRI condotti su giocatori d’azzardo durante la visione di filmati sul gambling, sono state osservate spesso anomalie nell’attivazione dei lobi frontali e dei circuiti neurali subcorticali-corticali che proiettano alla corteccia frontale, insieme ad una diminuita attivazione della corteccia orbito-frontale e della corteccia prefrontale ventro-mediale (Conversano 2012).


copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://gambling.dronet.org/neuroimaging.html

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)