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Gioco d'azzardo e minori: i dati di un sondaggio

Gioco d'azzardo e minori: i dati di un sondaggio

Sondaggio in Lombardia: un minore su due gioca d’azzardo

Nei giorni scorsi è stata presentata dallo psicologo Simone Feder, in Regione Lombardia, una ricerca sui comportamenti giovanili rispetto a slot, scommesse, gratta e vinci. Emergono dati quanto mai preoccupanti

 

In Lombardia, su 12 mila studenti di istituti scolastici lombardi, il 52% dichiara di aver già giocato d’azzardo. Un’indagine sugli stili di vita giovanili promossa dal Centro Studi “Semi di Melo” (Casa del Giovane, Exodus e Università Bicocca) e presentata nei giorni scorsi in Regione Lombardia ha dimostrato come la diffusione del gioco d’azzardo sia un fenomeno radicato anche tra i giovanissimi.

«Si tratta di un campione di dati raccolti tra ottobre 2017 e gennaio 2018», racconta Simone Feder, psicologo della Casa del Giovane di Pavia, «tra studenti appartenenti a 68 istituti secondari di secondo grado della Lombardia». Dall’analisi dei dati emerge che il 52% del campione, con una  età media 17 anni (83% minorenni) dichiara di aver già giocato d’azzardo: il 9% alle slot machine, il 6% online, il 22% alle scommesse e il 42% ai gratta e vinci. La maggior parte dei ragazzi ha giocato d’azzardo la prima volta tra i 10 e i 15 anni.

Tra coloro che hanno risposto al questionario, il 14% ha dichiarato di spendere soldi ogni settimana in azzardo, mentre il 69% ha riferito di conoscere luoghi in cui è possibile giocare d’azzardo anche se si è al di sotto dei 18 anni.

Riguardo a chi dichiara di giocare d’azzardo ogni giorno, si evidenzia che per i minorenni giocare online è la modalità di azzardo più praticata (34%). Con l’arrivo della maggiore età, e quindi la diminuzione dei controlli, sono le slot le più ricercate e utilizzate (23,5%), spostando fuori di casa il contatto continuo con l’azzardo.

Chi gioca di più e più spesso, indipendentemente dalla classe scolastica di appartenenza, predilige le scommesse: l’11,2% dei giovani afferma di farlo ogni settimana.

Un elemento importante dell’indagine è il rapporto tra l’azzardo la storia scolastica dell’individuo: chi gioca d’azzardo, non solo quotidianamente, ma anche con frequenze più ridotte, ha percentuali più elevate di bocciature (15%), debiti formativi (32%) e cambiamenti di istituto (9%).

La percezione del fenomeno differisce molto tra chi non lo pratica e chi invece vi si avvicina frequentemente. Solo il 18% di coloro che giocano tende a percepire l’azzardo come una malattia, contro il 40% di chi non gioca.

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.famigliacristiana.it/articolo/sondaggio-in-lombardia-un-minore-su-due-gioca-dazzardo.aspx

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)