L’azzardo dei giovani comincia dalla scuola
L’azzardo dei giovani comincia dalla scuola
Gli adolescenti italiani sono attratti dal gioco d’azzardo, ma per la maggior parte non se ne fanno incantare, spendono pochi soldi e lo considerano un mero divertimento senza illusioni. Comunque la metà dei giovani italiani si cimenta in giochi e concorsi, e il 17 per cento dei ragazzi tra 14 e 19 anni gioca tutte le settimane. Il 5 per cento presenta un approccio problematico al gioco, che si traduce in disagi psico-emotivi o relazionali. Un ulteriore 9% degli studenti, inoltre, è etichettato come a rischio.
Lo sostiene la ricerca dell’Osservatorio Young Millennials Monitor - Giovani e gioco d’Azzardo di Nomisma-Unipol con l’Università di Bologna. Per la ricerca nell’anno scolastico 2015-2016 1.240.000 di adolescenti hanno tentato la fortuna al gioco, 60mila giovani in meno rispetto alla precedente rilevazione.
La media nazionale dice che giocano il 49% degli adolescenti, il top nelle regioni centrali con il 54%, poi il Sud (53%). Molti giovani (21%) iniziano a giocare per curiosità o per caso (20%); per semplice divertimento (18%), per il fatto che amici e familiari giochino (11%), o per la speranza di vincere denaro (11%).
Dopo aver sfidato la sorte almeno una volta, i giovani tendono a pensare che il gioco d’azzardo sia soprattutto una perdita di denaro (lo pensa il 32% degli studenti tra i 14 e i 19 anni).
Nella classifica dei giochi più popolari tra i giovani si riconfermano ai primi due posti il Gratta & Vinci (provato dal 35% degli studenti) e le scommesse sportive in agenzia (23%), mentre al terzo posto subentrano le scommesse sportive online (13%), seguite dai concorsi a pronostico a base sportiva come Totocalcio, Totip, Totogol (12%). Rispetto alla precedente rilevazione è da sottolineare come i giochi tradizionali (Superenalotto e Lotto) hanno fatto registrare una perdita di appeal a favore dei giochi a tema sportivo e online.
http://www.metronews.it/17/01/24/l%E2%80%99azzardo-dei-giovani-comincia-dalla-scuola.html
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)