Ludopatia, gli effetti della modulazione del controllo inibitorio
Ludopatia, i perché da una bobina magnetica sull'asse Firenze-Harvard
Che la dipendenza da gioco d'azzardo, la cosiddetta ludopatia, sia un fenomeno crescente lo conferma la recente elaborazione da parte della Commissione Affari Sociali della Camera di un testo base sulle disposizioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione. Ma non è solo la politica a elaborare linee guida per il contrasto al problema, anche il fronte scientifico si sta muovendo e in Toscana è in partenza uno studio innovativo finalizzato a verificare gli effetti della modulazione del controllo inibitorio nei disturbi da gambling con stimolazione magnetica.
A coordinare lo studio in collaborazione con l'università americana di Harvard, il neuropsichiatra fiorentino Stefano Pallanti, professore associato all'università di Firenze, da anni impegnato nella ricerca sul tema. La ricerca è finanziata per due anni con 400 mila euro dal National Institutes of Health e questo come spiega Pallanti «evidenzia le caratteristiche di innovatività del progetto. Del resto» continua «non ci sono studi di modulazione inibitoria nel gioco d'azzardo mentre ci sono nella dipendenza da sostanze (nicotina, alcol, cocaina). Il modello è lo stesso» spiega l'esperto.
L'indagine verte sul meccanismo di controllo inibitorio rispetto alle scelte economiche e sulla vulnerabilità di uno specifico circuito cerebrale. «Ogni dipendenza» spiega Pallanti «agisce sulla gratificazione immediata rendendo miopi rispetto alle conseguenze a lungo termine. Un altro meccanismo comune ai due tipi di dipendenza è quello di perdita del controllo: il giocatore, come un tossicomane, cerca di staccarsi dall'eccessiva pressione psicologica e dallo stress». L'idea è di verificare in che modo le tecniche di neuromodulazione come la stimolazione magnetica possano agire sui circuiti coinvolti nel controllo inibitorio.
«La ricerca» riprende il neuropsichiatra fiorentino «è condotta su 40 pazienti sottoposti a valutazioni specifiche. Dopo aver studiato i meccanismi che inducono al comportamento ludopatico verranno sottoposti alla stimolazione magnetica». Una bobina magnetica verrà posta vicino allo scalpo del paziente e un potente campo magnetico passerà attraverso il cranio e le ossa per diffondersi per alcuni centimetri nella corteccia esterna del cervello inducendo uno stimolo elettrico. «In questo modo si può confermare quali siano i circuiti coinvolti sui quali agire per poi procedere con test più specifici. «Il lavoro è condotto in parallelo con Harvard» precisa Pallanti «abbiamo condiviso il protocollo e loro si occuperanno in particolare delle valutazioni statistiche». L'obiettivo, continua, «è quello di potere accedere a un ulteriore finanziamento Nih con un grant maggiore e su un tempo di cinque anni».
(...omissis...)
Marco Malagutti
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.doctor33.it/politica-e-sanita/ludopatia-i-perche-da-una-bobina-magnetica-sullasse-firenzeharvard/
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)