Roma, convegno "Gambling, more than a new addiction"
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A Roma si parla di gioco con il congresso ‘Gambling, more than a new addiction’
Si parla di gioco e della sua possibile deriva in patologia nel congresso internazionale del 15 e 16 ottobre, dal titolo ‘Gambling, more than a new addiction’ che si terrà all’E20 Eur di Piazzale degli Archivi. Il congresso è organizzato dalla Società Italiana di Psichiatria, Società Italiana di Psichiatria delle Dipendenze, Alea - Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio e Easg - European Association for the Study of Gambling.
I PERCHE’ DELLA CONFERENZA - Il gioco di azzardo ha radici antichissime, praticamente contemporanee agli albori della storia dell’uomo, se è vero che già gli Assiri ed i Sumeri giocavano al lancio dell’astragalo. Il gioco di azzardo è un fenomeno universale al punto da essere legalmente presente, se pur destinato solamente agli stranieri, anche in quelle nazioni che hanno posto per i propri cittadini il divieto formale al gioco. La popolarità del gioco d’azzardo, cioè la sua diffusione, è assai elevata: ad esempio, secondo stime recenti, oltre il 50% della popolazione italiana riferisce di aver giocato almeno una volta nel corso dell’ultimo anno. Il gioco d’azzardo rappresenta un core business di proporzioni notevoli, come indicato dalla stima, riferita al 2013, di circa 100 miliardi di euro spesi in Italia per il gioco, una vera e propria industria in grado di garantire occupazione e risorse erariale importanti. Il gioco d’azzardo costituisce la via ultima comune di molteplici processi pulsionali, decisionali e comportamentali. In questa prospettiva possiamo sostanzialmente distinguere, schematizzando: gioco d’azzardo ricreativo, gioco d’azzardo problematico; gioco d’azzardo patologico. Il gioco d’azzardo ricreativo o sociale è espressione di una scelta libera e consapevole, a fini ricreativi appunto, che non interferisce sul funzionamento globale dell’individuo. Il gioco problematico esprime un iniziale livello di compromissione del benessere psico-fisico dell’individuo, si differenzia dal gioco ricreativo in termini di tempo dedicato, di denaro destinato e di ripetitività del comportamento. Il gioco d’azzardo patologico costituisce una vera e propria condizione morbosa dominata, appunto, dalla dipendenza rispetto al gioco d’azzardo.
Fortunatamente, la stragrande maggioranza di coloro che giocano d’azzardo rientra nella categoria che gioca a scopi ricreativi e quindi non costituisce un problema di interesse medico o sanitario in genere. L’interesse medico-sanitario è invece quella minoranza (secondo una stima italiana, intorno all’1% degli intervistati) che si rapporta con il gioco d’azzardo in modo problematico che puo, e non sempre accade, sfociare in un atteggiamento patologico (andrebbe evidenziato che in Italia non esiste uno studio approfondito e preciso del fenomeno in termini di dimensioni). Il disturbo da gioco d’azzardo ed il gioco d’azzardo problematico sono fenomeni tuttora largamente misconosciuti sia da parte dei medici di medicina generale che degli specialisti psichiatri e di quanti operano nei servizi per le dipendenze. Appare evidente che il mancato riconoscimento preventivo di una condizione di gioco d’azzardo problematico o patologico ha ripercussioni negative. Nel caso del gioco d’azzardo problematico, il mancato riconoscimento comporta una continua esposizione al rischio di transizione nel disturbo patologico. Nel caso invece del gioco patologico, la non diagnosi comporta un’esclusione dal processo di cura nonostante la disponibilità di validi interventi e, con ciò, il perpetuarsi del disturbo in una prospettiva sempre più cronica. Anche quando diagnosticati, i pazienti affetti da gioco d’azzardo patologico presentano un elevato rischio di essere mal curati o non curati affatto a causa della scarsa preparazione dei sanitari su questo tema. Gli attuali advertising che comunicano del tutto teoricamente che il gioco d’azzardo può indurre dipendenza, seppur interessanti, risultano essere insufficienti essendo aspecificamente e asetticamente rivolti a tutti i giocatori, anche a quelli che giocano a scopo ricreativo, che sono la maggioranza. Anche da questo succinto elenco di considerazioni emerge in modo non equivocabile la necessità di una mobilitazione forte e continua di quanti si occupano di salute mentale al fine di offrire standard più adeguati di prevenzione, diagnosi e cura per quanto riguarda il gioco d’azzardo problematico e, soprattutto, patologico.
GLI OBIETTIVI - Il Convegno Internazionale ‘Gambling. More than an addiction’ si propone appunto di sensibilizzare ed aggiornare su questo tema gli addetti ai lavori (in particolare medici, psicologi, tecnici della riabilitazione psichiatrica, infermieri, amministratori del comparto sanitario, politici e media). Nel corso dello stesso convegno si terra la prima giornata di studi rivolta agli operatori del settore gaming (direttori o gestori di sale giochi, di sale Vlt, di sale bingo, di punti gioco ed esercizi autorizzati) dedicata alla condivisione di nozioni e strumenti finalizzati al riconoscimento preventivo di una condizione di gioco problematico”. A questo scopo, sono stati invitati alcuni tra i maggiori esperti internazionali per quanto riguarda la ricerca e la clinica del gioco d’azzardo problematico e patologico.
Nei due giorni della Conferenza verranno privilegiati i seguenti temi: dimensione del fenomeno; strategie d’intervento per il riconoscimento precoce del gioco d’azzardo non ricreativo; strumenti terapeutici; bisogni emergenti; organizzazione dei servizi; aree privilegiate di ricerca.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.gioconews.it/eventi/41844-a-roma-si-parla-di-gioco-con-il-congresso-gambling-more-than-a-new-addiction
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)