Ansia e depressione: gli effetti dei social sui giovani

Ansia e depressione: gli effetti dei social sui giovani. ''Instagram è il peggiore''
Un'indagine britannica della Royal Society for Public Health su un gruppo di giovani fra i 14 e i 24 anni sostiene che la piattaforma di Kevin Systrom sia la più deleteria per la salute mentale. Dall'altro capo della classifica YouTube
di SIMONE COSIMIStavolta però la faccenda sembra diversa. Fra le cinque piattaforme sottoposte alla valutazione del campione (le altre erano Facebook, Twitter, Snapchat e YouTube) quella fondata da Kevin Systrom è stata indicata come la peggiore in termini di effetti sulla salute e sul benessere psicologico. Il giudizio è in realtà più sfumato e per certi versi appare perfino contraddittorio: mentre Instagram ha raccolto punteggi elevati in termini di promozione della propria identità, quindi un'app positiva per l'espressività, è anche percepita negativamente per quanto riguarda ansia, depressione e per la celebre Fomo, la "fear of missing out", la sindrome da esclusione che getta le persone nel panico quando sono disconnesse e non possono seguire costantemente gli aggiornamenti in bacheca.
Dall'altra parte della breve classifica si piazza invece YouTube che, mentre non creerebbe problemi sotto l'aspetto emotivo, di consapevolezza di se e della costruzione di una comunità, non sarebbe invece il massimo per il sonno. Ma la notizia è ovviamente quella di Instagram: un altro studio, stavolta firmato dall'American Academy of Pediatrics e pubblicato all'inizio dell'anno, aveva già sottolineato come la pressione di rappresentazioni poco realistiche del corpo e il clima di continua festa ed esaltazione promosso da profili molto popolari, seguiti da milioni di utenti, potrebbe stimolare depressione e soprattutto peggiorare condizioni di disagio preesistenti.
"È interessante notare che Instagram e Snapchat, i peggiori in classifica per il benessere e la salute, siano entrambe piattaforme che ruotano intorno all'immagine e sembra che possano condurre a sentimenti di inadeguatezza e ansia fra i più giovani" ha spiegato Shirley Cramer, amministratrice delegata della Royal Society.
Per l'ente britannico Twitter, Facebook e Snapchat si piazzano rispettivamente al secondo, terzo e quarto posto dietro YouTube, ma esclusa quest'ultima tutte e tre sfoggiano effetti simili a Instagram. Insomma, c'è poco da rallegrarsi. Secondo l'istituzione guidata da Cramer è ormai necessario educare all'uso dei social network nel corso delle lezioni scolastiche e, di più, i social dovrebbero impegnarsi a segnalare le immagini manipolate (quelle, per esempio, che offrono modelli di bellezza palesemente sofisticati con software e applicazioni) per mettere sull'allerta gli utenti più influenzabili. Anche perché spesso a questo tema se ne salda un altro, quello delle celebrità che fanno pubblicità ai prodotti senza dichiararlo esplicitamente con l'hashtag #ad (la Federal Trade Commission statunitense e la Competition and Markets Authority britannica hanno più volte richiamato per questo decine di vip e influencer).
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.repubblica.it/tecnologia/social-network/2017/05/19/news/instagram_fa_male_ansia_depressione_e_fumo_e_il_social_network_peggiore_fra_i_5_piu_usati-165829519/
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)