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Cestini porta-smartphone per disintossicarsi dalla tecnologia

Cestini porta-smartphone per disintossicarsi dalla tecnologia

Cestini porta-smartphone per disintossicarsi dalla tecnologia

 

L’esperimento promosso da Nudge Italia coinvolge due pub milanesi. Lo scopo? Evitare che l’ansia di essere social uccida la voglia di socializzare

Secondo il sito inglese It’s time to log off, dedicato a ritiri e consigli su come combattere la propria “dipendenza digitale”, un adulto nel Regno Unito spende in media  8 ore e 41 minuti al giorno davanti a uno schermo, più del tempo dedicato complessivamente al sonno. Sempre in media, lo smartphone viene consultato circa 150 volte al giorno, provocando anche molte distrazioni: il 40% degli adolescenti non terminerebbe i compiti per via degli strumenti digitali. Abbiamo proprio bisogno, quindi, di un digital detox?

Il rischio di assecondare fenomeni sgradevoli tramite l’uso compulsivo della tecnologia pare essere reale. Da un po’ di anni ci si sta occupando di nuovi comportamenti sociali per alcuni allarmanti, tanto da creare nuovi termini: si parla ad esempio di phubbing, cioè l’atteggiamento attraverso il quale si trascurano le persone che si hanno accanto perché troppo concentrati sul telefonino. In risposta a ciò stanno sorgendo numerose iniziative che vogliono limitare l’uso dei digital device soprattutto in contesti di socialità (e ovviamente ci sono anche delle app… per aiutare a usare meno le app).

Ma non si tratta solamente di bar o ristoranti che appendono cartelli in cui si invita la clientela a trascurare i telefoni in favore di chiacchiere e birra. Come riportato in questi giorni da Repubblica, nascono anche dei veri e propri osservatori su questi fenomeni di digital addiction. Il gruppo di Nudge Italia, affiliato al Dipartimento di Marketing, comportamenti, comunicazione e consumi dello IULM di Milano, applica ad esempio i principi delle scienze comportamentali e delle scienze cognitive alle decisioni che prendiamo quotidianamente, soprattutto in ambito economico.

Uno dei loro progetti di nudging (cioè l’induzione di un comportamento virtuoso attraverso “spinte gentili”, stimoli discreti ma persuasivi) riguarda proprio l’applicazione di specifiche conoscenze comportamentali alle abitudini degli avventori di due pub milanesi: sui tavoli sono stati collocati dei cestini “porta-smartphone” all’esterno dei quali sono state applicate scritte che invitavano i clienti a riporli al loro interno. Sono quindi stati rilevati dati sulla frequenza di utilizzo dei dispositivi digitali prima e dopo il posizionamento dei cestini, per capire se effettivamente ci sia un diminuzione.

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.wired.it/lifestyle/2016/09/09/nudging-digital-detox/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)