Craving, l’irresistibile desiderio
Craving, l’irresistibile desiderio
Nel tempo, diversi gruppi di ricerca hanno identificato, a livello comportamentale e fisiologico, il “craving” come elemento comune alla stragrande maggioranza delle dipendenze. Meccanismo patologico in certo modo slegato dalla “dipendenza fisica”, è stato a lungo studiato perché sembra sottostare a meccanismi neurofisiologici distinti, prestandosi così potenzialmente ad approcci terapeutici diversificati.
Sarà proprio il craving, questo spasmodico desiderio d’assunzione su cui si sta sempre più focalizzando la ricerca neuroscientifica di settore, l’argomento cardine della nuova edizione della Scuola di Neuroetica del Laboratorio Interdisciplinare per le Scienze Naturali e Umanistiche della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA), che avrà luogo a Trieste dal 4 a 6 dicembre.
“Il craving – spiegano gli organizzatori – rappresenta un caso esemplare di desiderio irresistibile per due ragioni fondamentali. La prima perché sembra estremizzare e amplificare gli schemi, le logiche, i processi e gli esiti tipici dei desideri irresistibili, rendendo per questo più chiaro e semplice il loro studio. La seconda ragione è che il craving nelle dipendenze è probabilmente il desiderio irresistibile che presenta non solo una straordinaria importanza pratica per le sue ricadute sociosanitarie, ma anche quello che è oggetto di indagine con la più ampia estensione di approcci di ricerca, dalle neuroscienze al diritto”.
All’iniziativa collaborano anche la Società Italiana Tossicodipendenze, la Società Italiana di Neuroetica e Filosofia delle Neuroscienze, e la Società Italiana di Storia, Filosofia e Studi Sociali della Biologia e della Medicina. Maggiori informazioni sono reperibili sul sito web della Scuola http://neuroetica.sissa.it
http://www.brainfactor.it/?p=5136
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)