Drogati sempre più giovani e pronti al sorpasso sugli etilisti
Drogati sempre più giovani e pronti al sorpasso sugli etilisti
Per il direttore del Sert di Udine Enrico Moratti a preoccupare sono le caratteristiche farmacologiche e tossicologiche delle nuove sostanze
Le sostanze cambiano, se ne aggiungono continuamente di nuove, ma i problemi di abuso e i rischi correlati restano sostanzialmente identici.
Per il direttore del Sert (Servizio tossicodipendenze) di Udine Enrico Moratti, semmai a preoccupare sono le caratteristiche farmacologiche e tossicologiche delle nuove sostanze e gli effetti sulla salute in termini di danni fisici e psichici.
“I meccanismi neurobiologici della dipendenza restano quelli già noti da tempo - conferma l’esperto –, ma oggi dobbiamo fare i conti con modalità di assunzione delle droghe diverse rispetto al passato, perché molti tendono ad prendere cocktail di stupefacenti, spesso associandoli all’alcol”.
E poi c’è il problema dell’abbassamento dell’età di chi si avvicina alle droghe. Oramai ragazzi di 13 o 14 anni che fumano lo spinello, non sono infrequenti.
“I dati evidenziano che stanno lentamente crescendo gli utenti al di sotto dei 20 anni. Nel corso di questi ultimi anni, l’età di primo approccio alle sostanze si è abbassata in maniera significativa. Questo vale per le sigarette, l’alcol e i cannabinoidi o altre sostanze. Il dato da sottolineare, più che concentrarsi sul singolo prodotto è che parliamo di comportamenti a rischio sempre più precoci, indipendentemente dalle sostanze utilizzate. Ovviamente, l’uso di sostanze illegali ti mette più facilmente in contatto con il mercato dell’illegalità che mette a disposizione sostanze ancor più pericolose”.
Come spiegate questo abbassamento dell’età?
“Il fenomeno è legato a una precocizzazione delle nuove generazioni che riguarda anche la sfera sessuale. C’è la ricerca di maggiore autonomia, la voglia di sperimentare. E parlare della difficoltà delle famiglie non può bastare a spiegare tutto anche se è del tutto evidente che i cambiamenti sociologici che hanno coinvolto anche l’istituzione famiglia hanno il loro peso. In passato a essere diversa era l’intera società e basta pensare al problema dell’accompagnamento a scuola, per cui prima si andava di norma da soli e oggi si discute addirittura di accompagnare gli studenti delle medie. In ogni caso, se si leggono i dati sulle persone seguite, messi a disposizione dall’Osservatorio regionale sulle dipendenze, è evidente che si assiste a un lento ma progressivo aumento nella fascia d’età fino ai 20 anni. Fenomeno tanto più evidente se si tiene conto dei nuovi utenti. Abbiamo una parte consistente dell’utenza così detta storica, ma accanto a persone dai 30 anni in su abbiamo verificato che stanno aumentando i casi di giovani poco più che adolescenti che si rivolgono al Sert con problematiche di dipendenza o con problematiche importanti di tipo psichiatrico direttamente legate all’uso della sostanza e senza che necessariamente vi sia un quadro conclamato di dipendenza. Non è infrequente che siano ricoverati in Diagnosi e cura di ragazzi di 18 o 19 anni con squilibri psicotici associati all’uso di sostanze”.
Quello degli squilibri psicotici è un problema correlato soprattutto all’avvento delle nuove droghe sintetiche?
“Le nuove sostanze, in particolare i cannabinoidi sintetici, sono fortemente indiziate in tal senso. Il problema è che c’è la tendenza a usare contemporaneamente più sostanze per cui diventa difficile capire cosa è stato assunto. Nel fine settimana si parte con qualcosa che aiuti a disinibire, magari l’alcol. Poi nel corso della serata si passa a sostanze che diano la carica, che euforizzino. E quindi si prende una o più pasticche. Iinfine, serve qualcosa che ti permetta di rallentare. E così si torna a trangugiar alcol, oppure si ricorre a eroina o alle benzodiazepine”.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)