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Energy Drink: sai cosa bevi?

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Red Bull e le altre: sai cosa bevi?
La maggior parte dei giovani ignora il con tenuto degli energy drink. Inchiesta di Salvagente.


Barbara Cataldi


"Prima dello spettacolo di solito ne bevono una, ma dopo il film in tanti ripassano per scolarsene un altro paio a testa”. Mario ha un piccolo bar non lontano da un noto cinema multisala del centro di Roma e di ragazzi ne vede passare tanti. Per soddisfare la loro passione per gli energy drink a queste bibite ha dedicato un intero frigo. Racconta di giovani che nel giro di poche ore buttano giù anche 3 lattine da mezzo litro, praticamente l’equivalente di 6 caffè espressi.
Il numero di salvagente in edicola questa settimana aiuta a fare charezza sul lato oscuro degli energy drinck.


Piccoli supereroi

Il successo delle bevande energizzanti, infatti, è legato proprio alla notevole concentrazione di caffeina presente, che, combinata con la taurina e con una serie di altre sostanze stimolanti, che spesso contengono altra caffeina, dovrebbe permettere a chi le beve di trasformarsi in un piccolo supereroe: vincere la fatica e lo stress, accelerare il metabolismo, migliorare l’efficienza del proprio organismo e la capacità di concentrazione, e addirittura galvanizzare il morale. In realtà le conseguenze certe, se si consumano energizzanti in quantità, sono insonnia, tachicardia, ansia, mal di stomaco, irritabilità, secchezza delle fauci e tutti gli altri effetti collaterali di un’intossicazione da caffeina.
Non solo. L’Anses, l’Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria francese, l’anno scorso ha messo in guardia dal rischio infarto per le persone che hanno predisposizioni genetiche non diagnosticate (1 individuo su 1.000) e ha bocciato il consumo degli energy drink in associazione con gli alcolici e durante sforzi fisici, sconsigliandolo ai bambini e agli adolescenti, alle donne in gravidanza e allattamento, agli individui sensibili alla caffeina o affetti da patologie cardiovascolari, renali, epatiche, o da disordini  neurologici.


Tutti uguali

I sogni di potenza, però, vincono su tutto. Così nel mondo il mercato degli energy drink cresce senza sosta: se ne bevono circa 6 miliardi di litri l’anno ed entro il 2018 la cifra dovrebbe raddoppiare. In Italia la frenata è arrivata nell’ultimo anno, complice la crisi, ma i margini di guadagno restano immensi. Basta pensare che nei paesi europei considerati “maturi”, come Polonia, Germania e Gran Bretagna, il consumo annuale pro-capite oscilla tra 8 e 15 lattine, da noi è fermo a 1,5.
Target dichiarato: sportivi, manager, camionisti, autisti, e soprattutto studenti universitari. Ma i consumatori più accaniti sono adolescenti e giovanissimi. Per questo la competizione si gioca a colpi di icone e parole d’ordine mutuate dal mondo dei teenagers.


Un bibita che si chiama The Doctor
C’è chi punta tutto sul testimonial, come Monster energy che ha chiamato una delle sue bibite The Doctor, come l’amatissimo Valentino Rossi, con tanto di tabella VR/46, e poi Forza Blu che ha scelto la Marina militare italiana, o l’ultimo arrivato Black che ha scommesso su Mike Tyson. C’è chi cerca il consenso attraverso la sponsorizzazione di sport estremi o molto amati, come il motocross, i rally, lo skateboard o la F1 e il calcio. E chi per evocare forza, durezza, divertimento e sesso investe su colore e dimensione della lattina e soprattutto sul nome: si va da Sexò a Bam, da Drastic a Rockstar, da Go&Fun a Megaforce.
Ma al di là della forma, che c’è nelle lattine? Se si guarda la lista degli ingredienti si capisce perché gli energy drink si assomiglino un po’ tutti.


Analizzati 8 fra i più diffusi
Il Salvagente ne ha esaminati 8 tra i più diffusi nei bar e supermercati, cioè nei punti vendita accessibili ai più giovani, verificando che tutti contengono la stessa dose di caffeina e taurina: in una lattina da 250 ml ci sono sempre 80 mg della prima, equivalenti a un espresso, e 1.000 mg della seconda. In tutti viene aggiunta una concentrazione di vitamine del gruppo B che supera di molto il fabbisogno giornaliero, tanto zucchero e una sostanza che dovrebbe amplificare l’effetto energizzante, come il guaranà, il ginseng, il mate, l’inositolo o il glucuronolattone. L’unica differenza nelle bibite è la scelta del colorante.
Tutti, insomma, cercano di personalizzare il prodotto senza modificare la formula vincente lanciata in Occidente negli anni 90 da Red Bull, ancora oggi leader indiscusso di mercato con oltre l’80% delle vendite in Italia.


Le usano ma non le conoscono

Ma cosa ne sanno i consumatori più giovani, che proprio di queste bevande fanno un vasto uso?
Ci sono ragazzi che non riescono neppure a distinguere un energy drink da una bibita piena di sali minerali come il Gatorade, e ci sono ragazzi che le bevande energizzanti le consumano quotidianamente, in alcuni casi anche 3-4 al giorno. Pochissimi sanno di cosa sono fatte, perché non leggono tabelle nutrizionali e lista degli ingredienti; ma quando le bevono hanno quasi tutti delle aspettative elevatissime, tanto che nella stragrande maggioranza dei casi sono delusi di non provare gli effetti promessi dalla pubblicità. E 7 su 10 ignorano quanto siano deleteri gli effetti del consumo degli energy drink insieme agli alcolici, ma quasi uno su due può rientrare a casa ubriaco quando esce a far baldoria con gli amici.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?titolo=Red+Bull+e+le+altre%3A+sai+cosa+bevi%3F&idSezione=25522


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)