338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Headmasters' and Headmistresses' Conference: analisi della dipendenza da smartphone

Headmasters' and Headmistresses' Conference: analisi della dipendenza da smartphone

Se il figlio rimprovera il genitore per la dipendenza da smartphone

Una ricerca britannica mette in luce come dietro il problema della dipendenza giovanile da cellulare ci sia anche un atteggiamento poco educativo da parte degli adulti

Alla lunga, più dei castighi, dei premi, dei musi lunghi, delle promesse e delle ramanzine, non c’è soluzione più efficace del buon esempio. O, rovesciando la frase, nulla è più deleterio del cattivo esempio, anche se talvolta è possibile, per reazione contraria, innescare un comportamento positivo.

 

Quegli adulti poco adulti
A proposito di buoni esempi il tema giovani e smartphone rimane uno dei più controversi, proprio perché si parla da tempo di dipendenza dei ragazzini e di una “overdose” da social. Tutto ha origine dai “grandi”, i quaranta/cinquantenni o giù di lì: molti di loro, per primi, fanno del telefonino e dei social network un uso smodato e spesso anche distorto. E i bambini e i ragazzini stanno a guardare. Lo sostiene un sondaggio britannico che denuncia una verità già nota: gli adulti controllano in modo compulsivo il cellulare e i ragazzini se ne accorgono, tanto che circa uno su tre si definisce molto seccato dall’atteggiamento genitoriale e dall’attenzione intermittente e mai totale che i grandi dedicano loro.
 
I ragazzi ci guardano (e ci giudicano)

Si parla sempre di genitori allarmati dal rapporto dei teenager con il cellulare e della dipendenza giovanile da smartphone, ma questa indagine britannica fa emergere il vero nocciolo del problema, ovvero un cattivo esempio genitoriale. Più di un terzo dei duemila adolescenti intervistati nel sondaggio, promosso dalla Digital Awareness britannica e dalla Headmasters' and Headmistresses' Conference (HMC), avverte infatti un fastidio a causa del comportamento di mamma e papà con il telefonino, sostenendo di rimproverare spesso i genitori per la loro vorace attenzione verso il cellulare. Emerge insomma il ritratto di una generazione di adulti spesso poco consapevole dei propri problemi e di quelli della prole e, quando conscia, fondamentalmente ipocrita e impegnata a dare un messaggio ai propri figli che è esattamente contrario rispetto alla propria condotta. 

 

Ma i grandi non se ne accorgono

In particolare, l’82 per cento dei ragazzini intervistati dichiara di sentire l’esigenza di consumare dei pasti device-free, percependo i dispositivi come elemento di disturbo. Il 22 per cento dei ragazzi sostiene che i cellulari sono motivi di mancanza di dialogo in famiglia e il 36 per cento dichiara di aver esplicitamente chiesto al padre e alla madre di spegnere il telefonino. Invito nella maggior parte dei casi ignorato. Sempre da questo studio risulta, prevedibilmente, che gli adolescenti trascorrono troppo tempo online (dalle 3 alle 10 ore giornaliere, con picchi di 15/20 ore nei weekend), che sono ossessionati dallo smartphone che controllano anche nella notte e che questo si traduce in una deprivazione di sonno. E i grandi solo nel 10 per cento dei casi si dicono consapevoli del problema: avendolo loro stessi non ne percepiscono la gravità.

 

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

http://www.corriere.it/salute/pediatria/17_aprile_24/se-figlio-rimprovera-genitore-la-dipendenza-smartphone-eafc77a4-28db-11e7-bdbb-048ca4c08c34.shtml

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)