La trappola della dipendenza
LA TRAPPOLA DELLA DIPENDENZA: convinti di non farcela da soli
Uno schema disfunzionale è un modello di funzionamento psicologico generale e pervasivo che nasce durante l’infanzia o nella prima adolescenza, si stabilizza e solidifica nella prima età adulta ed influisce poi su tutto il resto della nostra vita adulta.
Questi schemi inducono in noi modalità di interpretazione e comportamento specifiche. Essi infatti influiscono sul modo in cui interpretiamo ed affrontiamo ciò che ci accade: sui i nostri pensieri e le nostre sensazioni, sul modo in cui ci relazioniamo con gli altri e sui nostri comportamenti, e sono in grado di suscitare emozioni spiacevoli molto forti come ansia, paura e rabbia. Ogni schema si attiva – o si “COSTELLA” solo in presenza di determinate circostanze o situazioni che richiamano alla memoria il trauma che lo ha originato.
Uno schema comprende dunque:
- Pensieri
- Ricordi e memorie anche sotto forma di immagini
- Aspettative su di sé e sugli altri
- Emozioni
- Sensazioni fisiche
- Comportamenti
COME ORIGINA UNO SCHEMA DISFUNZIONALE?
Tipicamente, uno schema disfunzionale o “TRAPPOLA” (J.Young e J.Klosko, 2004) si crea in seguito qualcosa di spiacevole che ci viene detto o fatto dalla nostra famiglia di origine, o da altri bambini: abusi, mancanza di cure da parte delle figure di accudimento, abbandono o morte di un genitore, iperprotettività ed ipercontrollo da parte dei genitori, critiche continue e svalutazioni, emarginazione e bullismo da parte dei pari. Dunque origina come tentativo di risposta e protezione ad una o più esperienze negative, si imprime nella nostra mente e diventa parte di noi, del modo in cui consideriamo noi stessi, gli altri e il futuro.
LO SCHEMA DELLA DIPENDENZA
Lo schema della DIPENDENZA origina quando il bambino vede frustrati alcuni BISOGNI EMOTIVI di base molto importanti: quelli di AUTONOMIA, COMPETENZA E SENSO DI IDENTITÀ, sperimentando lo svilimento del proprio senso di identità e delle proprie capacità di essere autonomo e in grado di farcela anche da solo. Esso induce le persone che ne soffrono, a considerarsi incapaci di fare fronte agli impegni e alle sfide: dalle incombenze più semplici e comuni della vita quotidiana a quelle più impegnative ed importanti, che vanno dalla sfera professionale a quella personale. Se avete questa trappola, potreste ritrovarvi spesso a pensare di non essere in grado di farcela da soli, che è meglio chiedere aiuto e sostegno a qualcuno, che la vostra capacità di giudizio è inaffidabile, che avete assolutamente BISOGNO di qualcuno che faccia le cose per voi o vi accompagni o guidi.
I vostri pensieri negativi tipici potrebbero essere ad esempio: “Non sono in grado di farlo”, “Non sono capace di affrontare le mie responsabilità”, “Non posso andare avanti da solo”, “Devo assolutamente avere qualcuno accanto”, “da solo non sono in grado di decidere al meglio” ecc.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)