Milano: le nuove zone di consumo delle droghe sintetiche
Piazze dello shaboo divise tra italiani e stranieri, così il mercato si allarga
La metanfetamina è la «regina» delle droghe sintetiche. In Italia è storicamente una sostanza di nicchia. Ma nell’ultimo anno, dalle strade, sono venuti a galla una serie di segnali che, allineati, diventano un quadro: i gruppi della malavita straniera stanno cercando di allargare il mercato.
Se le strategie avranno «successo», gli analisti ritengono che una diffusione di massa di shaboo (o ice , meth , crystal , altri nomi con cui la stessa sostanza è conosciuta negli Stati Uniti) potrebbe avere un impatto devastante: perché la metanfetamina ha effetti, come potenza e dipendenza, molto più pesanti della cocaina. All’inizio era una droga «etnica», diffusa quasi esclusivamente nella comunità filippina, usata da immigrati per resistere a doppi e tripli turni di lavoro.
Spacciatori e consumatori filippini, trafficanti iraniani. Su questo filone, nell’ultimo anno, i poliziotti del commissariato Lambrate hanno seguito decine di tracce in un quadrante della città che va da Città Studi, a via Padova, fino Cinisello, dove a gennaio scorso hanno arrestato un iraniano con 350 grammi di shaboo , il più importante sequestro avvenuto finora a Milano.
Nel frattempo però, nel business , è entrata in maniera massiccia la criminalità cinese. Non è un caso: la Cina è sia il più grande esportatore in nero di sostanze chimiche (precursori) che servono per la fabbricazione di metanfetamina; allo stesso tempo, Cina e Sudest asiatico sono luoghi di produzione, con giganteschi laboratori clandestini. In strada, a Milano, l’effetto di questa geopolitica della droga sono i giovani cinesi che vengono arrestati sempre più spesso nella zona Maciachini-Jenner-Dergano-Mac Mahon. Il passaggio più allarmante è avvenuto però un paio di settimane prima, a inizio marzo, con l’arresto (sempre dei carabinieri) di 3 cinesi che spacciavano metanfetamina alle Colonne di San Lorenzo.
Un fatto che indica una strategia. Come se la criminalità cinese a Milano stesse facendo un test: immettere lo shaboo in una nuova fetta di mercato (i clienti occasionali), in una piazza di ritrovo dei ragazzi dove si spacciano di solito sostanze tradizionali. Come a voler allargare la platea di consumatori/acquirenti, per «sdoganare» la sostanza ed estendere il consumo al di fuori delle comunità straniere.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)