Siamo dipendenti dalla tecnologia? Secondo uno studio i più colpiti sono i 30enni
Siamo dipendenti dalla tecnologia? Secondo uno studio i più colpiti sono i 30enni
Siamo dipendenti dalla tecnologia? La risposta in diversi casi è positiva e sembra che in Italia, secondo una ricerca svolta da Gfk, siano i 30enni a essere maggiormente affetti dalla “cyber-dipendenza”.
La ricerca in questione è stata svolta in 17 Paesi e ha coinvolto più di 22 mila persone dai 15 anni in su: coloro che trovano maggiori difficoltà a staccarsi dai display di smartphone, tablet, PC e TV sembrano essere i cinesi (43%), i brasiliani (42%) e gli argentini (40%), che occupano le prime tre posizioni di questa particolare classifica.
A livello globale circa un terzo degli intervistati ha ammesso di avere qualche difficoltà di questo tipo (34%), mentre in Italia rimaniamo su livelli un po’ più bassi, raggiungendo il 29%; sempre in Italia il 20% ha dichiarato di non avere alcun problema, ma non troviamo particolari differenze tra uomini e donne (contrariamente a quanto asserito da una diversa ricerca non legata al Bel Paese).
Break-from-technology Total Web-RGB GfK-Infographic
Analizzando i dati per fasce d’età possiamo fare invece qualche interessante constatazione: in Italia i più colpiti dalla dipendenza sono, seppur di poco, i 30enni (37%), seguiti a ruota dagli adolescenti (35%); a seguire i 40enni (34%), che quasi sorprendentemente superano gli appartenenti alla fascia 20-29 anni (32%). Gli over 60 sono quelli con meno problemi, sia in Italia sia a livello globale, con “appena” il 18%.
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Simile analisi è stata effettuata basandosi sul reddito: fanno più fatica a lasciare a distanza smartphone e altri dispositivi le persone con reddito medio-alto (32%) e basso (31%), mentre la fascia ad alto reddito pare passarsela leggermente meglio (27%).
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://www.tuttoandroid.net/news/dipendenti-dalla-tecnologia-secondo-uno-studio-piu-colpiti-30enni-490692/
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)