Smart drugs: scopriamo cosa sono
Smart drugs: scopriamo cosa sono
Con il termine smart-drugs, letteralmente “droghe furbe”, s‘intende tutta una serie di composti di origine naturale o sintetica che contengono vitamine e principi attivi di estratti vegetali.
Le smart-drugs sono consumate poiché promettono di aumentare le potenzialità cerebrali, la capacità di apprendimento e la memoria, nonché di migliorare le performance fisiche di chi le assume e di fornire effetti psichedelici con alterazione delle percezioni sensoriali.
Attualmente non esiste una precisa e univoca definizione del termine, ma pare che esso sia principalmente legato al fatto che tali droghe non sono presenti nelle Tabelle legislative riportanti le sostanze stupefacenti e psicotrope e, di conseguenza, coloro i quali ne fanno uso o li commercializzano non sono perseguibili a norma di legge.
Gli smart-shops propongono lo “sballo” con prodotti naturali, erboristici e dunque erroneamente ritenuti “innocui” rispetto alle droghe più comunemente utilizzate per l’effetto stimolante centrale.
Tale presupposto, ovviamente, non è del tutto corretto; basti pensare alle ben note cocaina e morfina.
È proprio la scarsa conoscenza dei diversi prodotti di origine naturale ad essere sfruttata da chi li mette in vendita poiché questi avrà un buon margine di tempo per svolgere la sua attività nella legalità prima che siano effettuate ricerche mediche capaci rivelare la pericolosità per l’uomo di tali sostanze.
Spesso, inoltre, le varie “erbe” sono vendute come profumatori ambientali o come semi da collezione, ma gli “psiconauti”, come si definiscono i consumatori di questi prodotti, li utilizzano per fumarle o masticarle.
Un esempio relativamente recente è stato quello della Salvia Divinorum, una pianta regolarmente e legalmente venduta negli smart-shops come profumatore ambientale, che ha visto un notevole incremento nell’uso tra i frequentatori di tali negozi.
Ciò ha destato la preoccupazione delle autorità competenti, che, dopo ricerche approfondite sugli effetti psicoattivi e allucinogeni della pianta, hanno deciso di metterla al bando ed inserire il suo principio attivo, la Salvinorina A, nella tabella I dell’elenco delle sostanze stupefacenti e psicotrope di cui al DPR 309/90.
Ci sono, ancora, i cocktail e i mix di diverse sostanze create dagli stessi gestori degli smart-shop: i titolari iniziano a ideare, in piena legalità, sulla base di conoscenze del tutto empiriche e con l’aiuto di laboratori specializzati, miscele di loro concezione, con ingredienti che hanno o possono indurre effetti pronunciati sullo stato psicofisico ancor più per via di un effetto sinergico.
È importante, infine, sottolineare il problema della facile reperibilità di queste sostanze via Internet.
Basta navigare in rete per vedere che esiste un vero e proprio universo parallelo in cui ci si scambia informazioni sulle diverse erbe e semi, sul come e dove reperirli.
L’e-commerce permette di comprare una vasta gamma di prodotti: smart-drugs di origine vegetale a prezzi concorrenziali rispetto a quelli degli smart-shops, ma anche prodotti di sintesi, molti dei quali sono già definiti in Italia come stupefacenti.
La stessa cosa comunque accade in numerosi stati Europei (Francia, Germania, Olanda, ecc.).
Nell’e-commerce, inoltre, il cliente sente più tutelata la propria privacy ed è portato ad acquistare nella segretezza, ma può non essere correttamente informato dai gestori di questi siti circa i margini di legalità da rispettare.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
https://www.paginemediche.it/benessere/bellezza-e-salute/smart-drugs-cosa-sono
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)