Smartphone e tablet ai bambini: cosa sapere
Smartphone e tablet ai bambini: cosa sapere
Quando pensiamo ai bambini, quelli che siamo stati anche noi, immaginiamo la spensieratezza, il sorriso spontaneo, il modo di giocare e inventarci la realtà, creare dal nulla i nostri giocattoli e divertirci ogni giorno con le ginocchia sbucciate. Di questi tempi di ginocchia sbucciate se ne vedono proprio poche, sia per mancanza di alberi e luoghi adatti ma anche perché i bambini se ne stanno chiusi in casa a giocare, la maggior parte di loro, con tablet, smartphone e cellulari. Ma i dispositivi elettronici possono essere un grosso rischio per i minorenni. Da più parti la comunità scientifica ha lanciato allarmi seri su quelli che possono essere i pericoli della nuova tecnologia, delle dipendenze, delle malattie che i campi magnetici possono procurare. Ecco allora cosa sapere su smartphone e tablet ai bambini.
Smartphone: rischi sulla salute sui bambini
La Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) lancia un allarme contro l’uso del cellulare da parte dei bambini sotto i dieci anni di età, denunciando rischi concreti per la salute e il benessere dei piccoli. Tra i disturbi di cui potrebbero soffrire per tale uso incontrollato dei dispositivi, si rileva: scarsa capacità di concentrazione, perdita della memoria, aggressività e problemi ad addormentarsi.
Sotto accusa, innanzitutto, le onde elettromagnetiche che sembrerebbero particolarmente dannose per i piccoli in età di sviluppo e soprattutto quelli fino a cinque anni. Tali onde, per durata di esposizione e frequenza, provocherebbero secondo gli studi, la morte delle cellule cerebrali e la necrosi dei tessuti perché superano il meccanismo di termoregolazione, causa dell’interazione tra il campo elettromagnetico e la parte del corpo interessato, ossia la testa. Sono risultati molto preoccupanti, c’è da chiedersi se è necessario che i bambini, il cui cervello è in fase di sviluppo, continuino a utilizzare il cellulare.
L’Italia è al primo posto in Europa per numero di cellulari in utilizzo e l’età dei possessori si sta abbassando sempre più, quindi stiamo passando da un uso a un abuso.
Smartphone: rischi sulla psiche dei bambini
I Pediatri Italiani hanno denunciato inoltre, che i problemi non riguardano solo la salute ma, anche la sfera comportamentale. I bambini e i ragazzi diventano sempre più dipendenti a tali dispositivi e cominciano a isolarsi dal mondo, incapaci di costruire relazioni reali stabili con i coetanei e troppe volte con la famiglia.
Non esistono ancora linee guida per l’utilizzo dei cellulari in età pediatrica o dati certi sulle reali conseguenze, sta nel buonsenso dei genitori affinché ne ritardino quanto più possibile l’uso e il tempo dedicato. Notiamo, girando per strada, che sono tantissimi gli adolescenti che, pur stando nello stesso posto, non si parlano e continuano a tenere la testa bassa sul piccolo schermo del proprio telefonino, oppure a scuola per riempire i momenti considerati di noia, la conseguenza è l’errore di postura nota come “collo da sms”. Quest’anomalia sarebbe dovuta al peso della testa che viene mal distribuito sulla colonna vertebrale quando si leggono i messaggi o si scrive sul cellulare.
Secondo una ricerca condotta al Children Medical Center in California, i dispositivi touchscreen se usati in età pediatrica provocano ritardi nel linguaggio, una scarsa conoscenza della lingua o incapacità a scrivere una frase compiuta.
Smartphone: hanno benefici per i bambini?
Le tecnologie digitali non sono poi da demonizzare totalmente, tutto dipende dai genitori. Possono essere momenti condivisi, utili per il divertimento, lo sviluppo di alcune competenze. Ad esempio usare Skype per vedere i nonni, ascoltare musica o cercare ricette per prepararle insieme, un utilizzo positivo con l’attenzione di un adulto ma non un mezzo per tenere buono il piccolo quando fa le bizze. Ricorrere a un mezzo per calmare un capriccio non fa altro che incoraggiare in futuro, comportamenti di pretesa nell’ottenere le cose e aggressività. Eppure il 40% dei genitori ricorre a questo espediente nel primo anno di età, per giungere a circa l’80% dopo i due anni del bambino.
Sono sempre di più i bambini dai sei anni in poi, con l’ingresso alla scuola primaria a possedere lo smarthphone per esigenze familiari, come si giustificano i genitori. Gli adulti forse non si rendono conto che oltre a comunicare con i piccoli, li influenzano negativamente sulla capacità di socializzare con gli altri bambini nel momento della ricreazione, sulla capacità di concentrazione e apprendimento, sull’umore. I genitori controllano la loro ansia.
«Chiamami appena hai bisogno», sono frasi come tante altre che rendono evidente, il modo di come molti genitori vivono il cellulare: uno strumento che tiene a bada la loro paura, un nuovo cordone ombelicale, così definito dall’Osservatorio sull’Immagine dei Minori. La telefonino-dipendenza va curata, è il rapporto tra genitori e cellulare del figlio a essere spesso malato. I dati mostrano come i genitori vivano ogni situazione al di fuori delle mura domestiche come un possibile pericolo. Ecco che, di conseguenza, i bambini associano e assorbono l’idea che il cellulare sia un ansiolitico, e da qui il passo che ne diventino dipendenti, è breve.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
https://www.laleggepertutti.it/229559_smartphone-e-tablet-ai-bambini-cosa-sapere
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)