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Videogiochi e violenza: quale correlazione?

Videogiochi e violenza: quale correlazione?

Ci risiamo con i videogiochi e la violenza che secondo uno studio hanno l’effetto di alcol e cocaina

Pablo Bernocchi

Ogni tanto capita di leggere opinioni come quella della Dottoressa Irene Barbruni che alla fonte della notizia ha parlato del disagio psicologico dei ragazzi che trascorrono gran parte del loro tempo davanti ai videogiochi.

La posizione sostenuta dalla psicologa è che oggi i bambini e gli adolescenti che scelgono di trascorrere il proprio tempo davanti ai videogiochi, togliendo tempo ad altre attività come lo sport, è in aumento.

Citiamo parti dell’articolo: “i videogiochi però avrebbero un certo impatto sulla salute psicologica dei fruitori. Due sarebbero gli aspetti da considerare, causati dall’abuso di videogiochi: la solitudine e l’emotività.

Secondo l’articolo, spesso il videogioco è un passatempo in cui l’individuo è in solitudine o gioca virtualmente con altri. Durante l’adolescenza il contatto reale con gli altri deve necessariamente essere preponderante per permettere lo sviluppo delle capacità relazionali dell’individuo. La tendenza a preferire il mondo virtuale può sfociare nella chiusa totale, come nel caso dei così detti “hikikomori” o  eremiti sociali. In sintesi il pericolo consiste nell’abbassamento delle capacità relazionali.

Il secondo aspetto riguarda il fatto che l’utilizzo dei videogiochi sviluppa un ampliamento dell’emotività che porta necessariamente alla diminuzione delle capacità affettive. Se nei confronti degli oggetti utilizzati per giocare il bambino conservava una sua dominanza e su essi sviluppava una serie di fantasie, il videogioco possiede una tale potenza persuasiva ed invasiva da ammutolire il bambino. Il bambino non agisce sul videogioco, ma è il videogioco che agisce su di lui.

Troppo tempo trascorso davanti al videogioco porta allo sganciamento dalla relazione significativa. Infatti ciò che il bambino sperimenta è la ricerca delle emozioni, tra le quali la tensione e la paura con la conseguente scarica di adrenalina Quindi la paura è scissa da un vero oggetto, in quanto vissuta come il tramite emotivo che suscita il godimento adrenalinico.

Un accenno particolare va agli effetti negativi dei giochi con scenari particolarmente cruenti ed aggressivi. Uno studio dell’Università di Indianapolis ha dimostrato, attraverso l’utilizzo della risonanza magnetica funzionale, che bastano 10 ore di videogiochi violenti nell’arco di una settimana, per ridurre l’attività delle aree cerebrali che tengono sotto controllo i comportamenti aggressivi. Un altro studio delle Università di Amsterdam e di New York pubblicato su Science ha scoperto che i video violenti portano ad una riconfigurazione della tipologia neuronale: ossia aumentano i neuroni più adatti ad affrontare situazioni di attacco o fuga come in guerra.

Un altro studio condotto su quattordicenni da ricercatori belgi, canadesi, francesi, inglesi, irlandesi e tedeschi pubblicato su Translational Psychiatry, ha dimostrato che nel cervello dei giocatori assidui il cosiddetto striato appare più spesso a sinistra e si attiva maggiormente in caso di perdita, un fenomeno che si osserva anche in chi fa uso di cocaina, anfetamine o alcol.

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://www.vg247.it/2017/02/12/ci-risiamo-con-i-videogiochi-e-la-violenza-che-secondo-una-psicologa-sono-come-alcol-e-cocaina/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)