Depressione, alcol e droghe: adolescenti in corto circuito
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Bullismo, uso di droghe, alcol, gravidanze precoci, disturbi alimentari, comportamenti devianti e suicidi. Sempre più spesso durante l'adolescenza, l'età delle emozioni e dell'autonomia, emergono problemi gravi, indicatori di vuoti affettivi, desideri inespressi. L'argomento sarà al centro del convegno "Adolescenza, complessità, affetti, solitudini" che si terrà stasera alle 20,30 all'Antico Teatro Sacco di via Quarda Superiore, al quale parteciperanno psicologi, psichiatri, educatori per analizzare, sotto diverse sfaccettature, questa delicata fase della vita. A organizzarlo sono il centro studi "La Fenice", la Società italiana di ecologia, psichiatria e salute mentale e l'Associazione italiana per la ricerca, l'aggiornamento e la formazione.«La devianza è insita naturalmente in ogni adolescente, che cerca di affermare il proprio ruolo nei confronti degli adulti - afferma Rosavio Bellasio, direttore dell'Organizzazione presidi ospedalieri dell'Asl 2 - Ma se non è accompagnata da una sufficiente educazione in ambito familiare e scolastico e dalla possibilità di affermare il proprio ruolo può diventare un comportamento pericoloso o delinquenziale. Quattro fattori devono essere in equilibrio nel passaggio dall'infanzia all'età adulta: famiglia, scuola, sport, lavoro».Allarmanti i dati forniti da Giuseppe Spinetti, direttore del Servizio psichiatrico diagnosi e cura di Imperia: non solo sono in aumento le patologie collegate al disagio e la depressione, ma anche i suicidi: dal 1952 al 1995 sono triplicati. «Oggi il suicidio è la seconda causa di morte nei giovani fra i 15 e i 24 anni dopo gli incidenti stradali, i quali spesso derivano da una condotta a rischio, come l'uso di alcol o di droghe - spiega - Purtroppo anche la depressione è in costante aumento: nel 2020 sarà la seconda patologia al mondo (negli anni '90 era la quarta). A causarla sono lo stile di vita, il forte stress, le emozioni. Fattori precipitanti sono la forte conflittualità familiare, una bocciatura o brutti voti, l'abbandono da parte del partner o lutti familiari. Fra genitori e figli è importante che ci sia dialogo. Bisogna stare attenti ai cambiamenti di comportamento e ai segnali verbali degli adolescenti». A determinare questa triste situazione sono, secondo lo psichiatra, i cambiamenti avvenuti negli ultimi cento anni: il passaggio da una società di tipo patriarcale, una sorta di microcosmo che dava sicurezze e comprendeva anche momenti ludici, alla spersonalizzazione del nostro mondo, dove sono venuti a mancare i punti di riferimento, le radici, i ritmi (fra cui il sonno-veglia): «I ragazzi che vivono qui sono ancora fortunati rispetto a quelli di Tokyo o New York, perché le distanze sono limitate, gli amici facilmente raggiungibili - aggiunge lo psichiatra - Alla base dell'uso di droghe da parte dei giovani ci sono modelli comportamentali sbagliati, uno dei quali è trasmesso proprio dai genitori che, con la medicina fai-da-te, fin da piccoli propinano ai loro figli aspirine o altre medicine per tirarsi su, per guarire in fretta». Ma qual è il genitore perfetto? A tracciarne l'identikit è Gian Franco Pallanca, psicologo e criminologo clinico, ex dirigente dell'Asl 2. «È quello che unisce l'accessibilità e il prestigio - spiega - Riesce a stare vicino al figlio, incoraggiandolo quando sbaglia, e gli fornisce un'immagine positiva: ad esempio è il papà rispettato, salutato dalla gente, che fa un lavoro onesto e, se la polizia lo ferma mentre guida, ha tutti i documenti a posto». Per analizzare l'origine dei problemi degli adolescenti Pallanca guarda ai casi di donne picchiate che ogni anno arrivano al pronto soccorso nei quattro ospedali della provincia: 500 in media e, nel 90 per cento dei casi, sono donne in età fertile. «Ciò fa pensare che spesso queste donne abbiano dei figli che assistono alle violenze - dice - Vedere picchiare la madre può scatenare due diverse reazioni nei bambini: identificazione con l'aggressore (sindrome di Stoccolma) e controidentificazione. Nel primo caso, una volta cresciuti i ragazzi picchieranno anche loro amici o mogli. Nel secondo si avranno adolescenti sofferenti, ma comunque desiderosi di affetto».