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Come individuare il tuo stile di attaccamento

Come individuare il tuo stile di attaccamento

Come individuare il tuo stile di attaccamento


Sicuro, evitante, ansioso o disorganizzato. Sai quale è il tuo stile di attaccamento? In questo articolo ti forniremo alcuni indicatori per comprendere i tuoi pattern comportamentali nelle relazioni affettive, ma prima di arrivarci, sono necessarie alcune premesse sulla teoria dell’attaccamento e sugli stili di attaccamento.

Impropriamente, gli stili di attaccamenti sono spesso associati a J. Bowlby. In realtà, la teoria dell’attaccamento e l’identificazione dei quattro stili (sicuro, evitante, ansioso e disorganizzato), solo il frutto di un lavoro combinato che si svolge in diverse decine di anni. Innanzitutto è necessario affermare che le relazioni di attaccamento nascono da un bisogno geneticamente programmato e selezionato da un punto di vista evoluzionistico (Teoria Etologica di K. Lorenz, 1935), è su questa base che, negli anni ’50, lo psicoanalista J. Bowlby struttura la sua teoria dell’attaccamento, ampliata poi da osservazioni sul campo eseguite da M. Salter, meglio conosciuto con il suo cognome da coniugata, Ainsworth.

Per indagare gli stili di attaccamento, M. Ainswort ideò il paradigma della Strange Situation, una procedura sperimentale mediante la quale la psicoanalista M. Ainswort valutava le interazioni madre-bambino in momenti tipici come: in presenza di un estraneo, al momento del distacco, al momento della ricongiunzione. Durante la metodica sperimentale, M. Ainswort valutava anche la capacità del bambino di esplorare lo spazio circostante. Grazie a un’attenta lettura delle interazioni madre-bambino (contatto visivo, contatto fisico, reticenza fisica, evitamenti, ribellioni…), la ricercatrice M. Ainsowrt osservò e classificò tre diversi stili di attaccamento: ansioso, evitante e sicuro.

L’attaccamento disorganizzato è stato osservato solo successivamente, da ricercatori che indagavano gli effetti di famiglie maltrattanti e abusanti. In particolare, l’introduzione dello stile di attaccamento disorganizzato lo si deve agli autori M. Main e A. Solomon (1990). Come è chiaro, dagli anni ’30 agli anni ’90, la teoria dell’attaccamento ha subito una forte evoluzione fino ad arrivare ai giorni nostri, dove ai diversi stili di attaccamento sono correlate basi fisiologiche specifiche.

Attaccamento e asse ipotalamo-ipofisi-surrene

Il sistema di attaccamento è intimamente legato alla biologia della risposta allo stress. Una buona risposta agli eventi stressanti si ha quando il nostro sistema neurovegetativo riesce a fornire un’adeguata attivazione e disattivazione delle risposte automatiche. In parole più semplice, davanti a un evento minaccioso o stressante, il nostro sistema nervoso autonomo risponde in automatico e, una volta dissipata la minaccia, dovrebbe smettere di rispondere! Cosa c’entra tutto questo con l’attaccamento? Il nostro stile di attaccamento si forma entro i due anni di età, questa fase è anche cruciale per il neurosviluppo. Le evidenze scientifiche ci riferiscono che la qualità delle interazioni caregiver-bambino hanno un effetto sullo sviluppo del nostro sistema nervoso e, in particolare, sulla sensibilità allo stress dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (la centralina che risponde agli eventi stressanti con la produzione di cortisolo e andrenalina).

Studi più recenti hanno misurato il livello di cortisolo nei bambini durante gli episodi della Strange Situation. Nei bambini classificati con attaccamento insicuro (evitante, ansioso e disorganizzato) si sono osservati alti livelli di cortisolo in risposta all’esposizione a stimoli nuovi. Ciò significa che qualsiasi stimolazione inedita va a innescare risposte di stress. Un evento stressante negli adulti con un attaccamento insicuro, restituisce una risposta abnorme e del tutto irrazionale. Questo ci fa capire perché alcune persone sono così reticenti ai cambiamenti e come la tendenza a tendere tutto sotto controllo sia un tentativo di proteggersi da minacce.

Il questionario: Adult Attachment Interview

Per conoscere lo stile di attaccamento negli adulti non si può certo applicare il paradigma della Strange Situation (che è nato per i bambini di 24 mesi d’età). Lo stile di attaccamento nell’adulto è valutato in modo indiretto e retrospettivo con uno strumento che si chiama AAI (Adult Attachment Interview). Si tratta di un questionario somministrato da professionisti di settore (psicologi, psicoterapeuti e psicoanalisti) che consente di definire tre modelli rappresentativi interni del sé e delle figure di attaccamento in età adulta. L’AAI non riferisce uno stile di attaccamento in modo diretto, ma restituisce delle dimensioni interiori che descrivono l’approccio relazionale.

Chi segue un percorso di analisi, terapia o supporto psicologico, potrebbe chiedere al suo professionista di fiducia di somministrargli questo questionario. In alternativa, come fare per indagare i propri modelli interiori che ci guidano nelle relazioni affettive? Vediamo insieme alcuni indicatori.

Indicatori di uno stile di attaccamento sicuro

Le persone con uno stile di attaccamento sicuro vedono nell’altro una risorsa, una possibile fonte di conforto. Presentano una buona autostima, con ottime strategie di coping per fronteggiare gli eventi stressanti. Hanno la tendenza a instaurare relazioni paritetiche dove nella coppia, nessuno cerca di surclassare l’altro. Sono fiduciosi (danno e si aspettano fiducia) perché hanno imparato a credere in se stessi e nell’altro. Soprattutto, si sentono degne di amore, quindi non hanno bisogno di continue rassicurazioni esterne.

Gli indicatori di uno stile di attaccamento sicuro includono:

  • Capacità di comprendere e regolare le proprie emozioni
  • Buona tenuta allo stress
  • Capacità di cercare e fornire supporto emotivo
  • Autonomia emotiva
  • Capacità di instaurare legami intimi e reciproci
  • Buona autostima
  • Capacità di essere emotivamente disponibili

La persona con uno stile di attaccamento sicuro si sente a proprio agio nelle relazioni intime. Riesce a regolare bene le distanze tra sé e l’altro e non ha paura di perdere sé stesso concedendosi troppo.

Indicatori di uno stile di attaccamento evitante

Chi ha uno stile di attaccamento evitante vede nell’altro una minaccia dalla quale proteggersi. Per queste persone, le relazioni non sono un posto sicuro in cui stare, ecco perché tendono a stringere legami superficiali convogliando le proprie energie in attività extra-affettive come il lavoro, lo sport, la cura di animali domestici o il collezionismo (per citarne qualcuna). Questo stile di attaccamento è stato approfondito nell’articolo: così vicini ma così lontani, il partner evitante. Gli indicatori di uno stile di attaccamento evitante sono:

  • Incapacità di stringere legami profondi
  • Difficoltà nello gestire l’intimità emotiva o fisica
  • Sperimentare un forte senso di indipendenza
  • Paura di perdere quel forte senso di indipendenza
  • Impostazione di una forte distanza tra sé e l’altro
  • Atteggiamenti sarcastici
  • Difficoltà a dare fiducia
  • Vedere nei legami più intimi una minaccia al proprio sé
  • Credenza di non aver bisogno degli altri nella propria vita

A causa di questi tratti, le relazioni affettive non sono in grado di raggiungere forti livelli di profondità. Da un lato, la persona evitante consente all’altro importante di manifestare il proprio affetto, tuttavia, evita di avvicinarsi emotivamente innescando relazioni unidirezionali. Gradi di intimità crescenti equivalgono a livelli di ansia crescenti nel soggetto con stile di attaccamento evitante, che tendono poi ad oscillare nella relazione e per questo stringere legami con co-dipendenti e dipendenti affettivi. L’autostima è spesso regolata dal grado di produttività: più produco, più valgo.

(...omissis...)
 
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://psicoadvisor.com/come-individuare-il-tuo-stile-di-attaccamento-27161.html

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)