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Depressione: attenzione a trascurarla

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La depressione è da considerarsi una vera malattia


Si sente dire e si legge che la depressione importante di cui era affetto  per esempio il bravissimo attore Robin Williams, purtroppo scomparso a causa del suicidio,  gli artisti, essendo molto sensibili e dotati di talento, siano predisposti  o propendano alla depressione e al suicidio.

Decisamente la storia degli, attori, cantanti,pittori, scrittori ecc e racconta una percentuale di suicidi piuttosto alta.

L’affermazione però diffusa dai media  rispetto alla causalità dovuta alla sensibilità artistica come propensione alla depressione o al suicidio è errata perché in realtà si verifica il contrario. L’arte aiuta il depresso.

La depressione maggiore, alcuni casi di disturbi bipolari, per citarne i due principali, sono malattie, la cui causa è per lo meno psico-genetica, se non genetica.

Gli studi in questo settore lo hanno dimostrato, seppur con molte controversie, perciò, non si può sino ad ora, veramente dire ,scientificamente l’ultima parola in questo tipo di patologia, ma è certo che hanno un’origine primaria che comunque si manifesta come se fosse, come se fosse familiare oppure genetica. I livelli degli neurotrasmettitori ormonali della serotonina che genera un buon umore, sono nei depressi molto bassi e cosi il livello delle endorfine ecc

Penso che proprio il talento artistico  e il desiderio di esporsi artisticamente venga scelto per la passione della quale questi privilegiati  godono e che la sensibilità e le capacità di identificazione e di introspezione elevate, generi un grande gratificazione e euforia.

L’esibirsi in teatro spesso rappresenta una sfida con se stessi con la quale si vuole vincere timidezza e insicurezza davanti al pubblico giudicante.

Il successo fa migliorare l’umore dell’artista che si illude a questo punto, di essere un po’ o molto onnipotente a seconda di quanto viene idealizzato dai fan e così entra in un afasie di euforismo.

Per questa ragione, le disillusione genera sofferenza, ma questo accade, in generale, a tutti gli esseri umani che si espongono nel lavoro, in una percentuale equivalente.

Nel caso di artisti che già soffrono di depressione, l’esercizio gratificante della loro professione può aiutarli molto, non avviene il contrario.

Si può dire che però che l’artista (dalle stelle alle stalle), potrebbe essere più esposto a una minore tolleranza alla frustrazione e quindi alla vergogna dell’insuccesso, ma se non è depresso in senso clinico non arriva al soppressione di se stesso.

Il suicidio é qualche volta agito  come conseguenza della  preesistente depressione endogena che viene a sommarsi con la depressione recente depressione reattiva alle recenti frustrazioni, in altre parole,  dovuta a eventi altamente frustranti e desolanti, come perdite di amori importanti, gravi crisi economiche, altre malattie inguaribili ecc.

In altre parole, la depressione sia endogena che reattiva è una malattia che si cura bene sia con psicofarmaci efficaci che con una buona psicoterapia ben condotta da specialisti e si può guarire, o fortemente migliorare.

La gente soffre anche di  depressione minore, che non va mai trascurata, perché potrebbe aggravarsi e quindi curata per tempo. Non occorre preoccuparsi e tanto meno vergognarsene, piuttosto è conveniente non negarla a se stessi e quindi occuparsene in modo adeguato




(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://blog.donnamoderna.com/dialogo-con-la-psiche/2014/08/15/la-depressione-severa-e-una-malattia/


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)