Depressione, così la scienza cerca di prevederla ed evitarla
Depressione, così la scienza cerca di prevederla ed evitarla
nicla panciera
L’analisi delle «conversazioni» elettriche tra diverse aree cerebrali potrebbe presto diventare uno strumento per predire e prevenire la comparsa della depressione. È questa la conclusione cui sono giunti un gruppo di neuroscienziati e ingegneri elettrici britannici dopo aver osservato le peculiarità delle attivazioni cerebrali nei topi molto stressati, come quelli che erano stati posti in una gabbia insieme a loro conspecifici molto aggressivi. Quelli più vulnerabili alla comparsa di comportamenti simili ai sintomi depressivi umani avevano degli schemi di attivazioni elettriche cerebrali molto diverse rispetto a quelle dei topi più resilienti alle avversità.
Nello studio, apparso sulla rivista Cell, gli scienziati non si sono limitati a osservare questa e quell’area, ma hanno fatto un’analisi delle connettività, andando a vedere i collegamenti tra le diverse aree coinvolte nella depressione, come la corteccia prefrontale, l’amigdala e l’ippocampo.
Servendosi di un programma di machine learning, i ricercatori sono arrivati ad un sistema in grado di prevedere la comparsa di sintomi depressivi negli animali. Questa «rete di vulnerabilità», inoltre, è distinta da quella che codifica per la malattia depressiva.
«Quello che stiamo creando è essenzialmente una mappa elettrica della depressione nel cervello», ha detto il professor Kafui Dzirasa, docente di psichiatria della Scuola di Medicina della Duke University e primo autore dello studio. «Speriamo che possa essere usato come una firma predittiva della depressione, allo stesso modo in cui la pressione arteriosa alta è una firma predittiva di chi alla fine avrà un infarto o ictus».
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.ilsecoloxix.it/p/magazine/2018/03/13/ACeH3W3B-depressione_prevederla_evitarla.shtml
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)