Frustrazione, Aggressività e Conflitto
Frustrazione, Aggressività e Conflitto
La frustrazione consiste in una condizione psicologica, emotiva, comportamentale e motivazionale affiancata da disturbi psicosomatici e neurovegetativi, che emerge nei casi di mancato soddisfacimento dei bisogni personali, andando a ledere la capacità di autostima e di autocontrollo.
Tale stato di scoraggiamento viene provato da tutti noi nell’arco del nostro ciclo di vita, nel senso che esiste una eventualità di appagamento delle pulsioni e delle necessità, e il vissuto di tale condizione emotiva è un presupposto fondamentale che incide profondamente su una equilibrata congruenza tra la realtà esterna e i tratti di personalità che ci formiamo nel corso del tempo con le esperienze e gli eventi che viviamo ed affrontiamo.
Codesto stato psicologico è stato oggetto di studio e di ricerche sperimentali nel campo della psicologia (clinica – generale – sociale), della sociologia, dell’antropologia e dell’evoluzionismo darwiniano, ed è emerso che è sufficiente anche una piccola dose di frustrazione per impedire la capacità di adattamento (coping) e di resistenza alle avversità e alle situazioni stressogene (resilienza).
Tuttavia, non sottovalutiamo il ruolo che la figura materna ha nello sviluppo di tale condizione emotiva è importante, poiché essa costituisce la figura primaria e principale della frustrazione e/o della gratificazione dei desideri o delle necessità riferite dal figlio, sin dalle prime fasi di attaccamento del bambino alla madre.
Inoltre ci sono numerose circostanze piuttosto severe (violenze e abusi subiti dalle figure genitoriali, traumi infantili, tratti temperamentali tendenti alla frustrazione, essere orfani di madre/padre/entrambi i genitori, vivere in condizioni precarie e disagiate, avere genitori affetti da disturbi psichici, tossicomani o etilisti, avere genitori eccessivamente ansiosi, iperprotettivi e/o accondiscendi, ecc), in cui la frustrazione rappresenta il primo segno clinico, psicologico e comportamentale sviluppato dal bambino, compromettendo fortemente la capacità di porre in atto dei meccanismi di difesa adeguati agli avvenimenti avversi che si vivono in quelle date circostanze, e non solo, rappresentano anche la causa scatenante della manifestazione di future psicopatologie, dipendenza da alcol e droghe, disturbi della personalità (in particolare il disturbo antisociale di personalità) e della condotta.
Dal punto di vista epidemiologico, la frustrazione colpisce in egual misura uomini e donne, è prevalentemente presente nelle aree urbane e in svariati contesti sociali, che possono essere: familiari, scolastiche e lavorative. Questi contesti sono portatori di frustrazione e risultano piuttosto difficili da fronteggiare e da tollerare.
Alla frustrazione si può reagire anche con l’aggressività, infatti l’aggressività consiste in una risposta inappropriata che porta all’eterolesionismo e al distacco sociale, e tale comportamento è molto accentuato nel periodo infantile.
Talvolta, le pulsioni aggressive e distruttive vengono appagate solo con la fantasia e l’immaginazione, ad esempio: immaginare di essersi vendicati da coloro che ci hanno umiliato o violentato, e in tal caso l’aggressività viene inibita e resta solo nell’inconscio una profonda e prolungata rabbia repressa.
I bambini aggressivi possono ricorrere all’attuazione di quattro meccanismi di difesa evolutivi, maturi e secondari, ovvero:
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Rimozione: è il principale meccanismo di difesa delle nevrosi e consiste nell’eliminare dal proprio inconscio i pensieri, le immagini e i ricordi negativi e deprimenti legati alle pulsioni;
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Spostamento: consiste nel focalizzare pensieri ed emozioni su un oggetto o su una persona meno minacciosi;
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Regressione: ci sono eventi fortemente avversi che colpiscono in età adulta o avanzata e che spingono il proprio apparato psichico a retrocedere all’infanzia o alla preadolescenza;
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Acting – out: si manifesta attraverso le azioni aggressive e violente scatenate dai contenuti inconsci repressi, come ad esempio: la rabbia repressa e covata per molto tempo viene esternata sottoforma di acting out.
… e ad altri meccanismi difensivi:
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Repressione: è un processo psichico meglio noto come “scacciapensieri”, poiché si tende a staccare coscientemente la mente da pensieri ed immagini spiacevoli e preoccupanti;
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Proiezione: consiste nell’esternare verso gli interlocutori e verso il mondo esterno tutto ciò che appartiene a noi stessi;
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Identificazione proiettiva: consiste nell’esternare verso il nostro interlocutore tutto ciò che appartiene a noi stessi, suscitandogli gli stessi e medesimi impulsi o istinti provati da noi stessi, attendendo un riscontro da parte dell’interlocutore. Può verificarsi in seduta analitica tra il paziente psicotico e l’analista;
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Razionalizzazione: i pazienti si sentono disarmati di fronte ai vissuti traumatici ed incapaci nel dominarli e controllarli, ma solo facendo mente locale e a giustificare quanto accaduto riescono ad adattarsi alle circostanze e a non perdersi d’animo, e a ritrovare sollievo e conforto.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
https://www.torrinomedica.it/approfondimenti/psichiatria/frustrazione-aggressivita-conflitto/
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)