Gavazzo (TN): storie di depressione
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La tragica scoperta della salma di Dario Folli, di cui non si avevano notizie dalle ore 19 di sabato 10 ottobre, ha permesso ieri agli inquirenti - ed anche a quanti lo conoscevano - di ricostruire esattamente cos'è successo nelle sue ultime ore di vita. Appunto sabato scorso, nel pomeriggio, Dario Folli aveva giocato a bocce sui campi di Vigne. Lo avevano visto in tanti. All'imbrunire aveva salutato la compagnia ed era salito al volante della sua Opel Corsa. Nonostante avesse bevuto qualche bicchiere di troppo, s'era messo alla guida diretto verso l'abitazione di Gavazzo. Davanti al cementificio, a Ceole, una pattuglia della Polstrada l'aveva fermato e sottoposto ad un controllo con l'etilometro. L'esito aveva decretato l'immediato ritiro della patente e il sequestro del mezzo. I poliziotti gli avevano chiesto se avesse bisogno d'un taxi, ma Dario Folli aveva risposto che abitava ad un paio di chilometri di distanza. Sarebbe rincasato a piedi.
Quando martedì sera il figlio Gianluca, l'ex moglie Clarina Montagni (erano separati da più di 15 anni) e alcuni amici avevano segnalato che non si sapeva più nulla di lui, erano scattate le ricerche. A farle puntare verso la cascata del Varone, verso la fine della settimana, è stato il ricordo di un conoscente del Folli, sicuro d'averlo visto camminare, sabato poco dopo le 19, in via Cartiere. Perchè, proveniente da Ceole e da via Venezia, aveva imboccato quella strada invece che via Mazzano, che l'avrebbe portato in pochi minuti all'abitazione di Gavazzo? La risposta è arrivata, tragica, ieri mattina, nell'orrido della cascata.
Dopo il ritiro della patente, depresso da mille altri motivi, Dario Folli s'era dunque portato alla vicina cascata del Varone, struttura privata e recintata, ma decisamente accessibile da uno come lui, che in quei posti c'era andato centinaia di volte a pescare trote, o addirittura a seminarle per l'associazione pescatori. Probabilmente ha varcato una porta laterale (sempre aperta) del complesso gestito da Claudio Semeraro, ha scavalcato un piccolo recinto e, percorrendo un sentiero di 200 metri, è salito all'ultima balaustra in grotta che permette di osservare il grandioso spettacolo naturale della cascata. Un attimo per scavalcarla e poi la tragedia. Se un ramo non l'avesse incastrato in acqua e nascosto, il povero Folli avrebbe già raggiunto la pace del cimitero che cercava.