Il gruppo: tra spazio di crescita e strumento di guarigione
Il gruppo, tra spazio di crescita e strumento di "guarigione"
Luft (1984) ha dato la seguente definizione di “gruppo”:
un sistema vivo, che si auto-regola mediante la condivisione di percezioni e interazioni, sensazioni e feedback, e mediante uno scambio con l’ambiente. Ogni gruppo è un insieme con caratteristiche uniche, le quali assumono un determinato pattern definito dai modi di pensare, di sentire e comunicare dei suoi membri, pattern che poi si traduce in sottosistemi strutturati. Il gruppo trova un suo modo di mantenere l'equilibrio pur subendo trasformazioni progressive, creando le sue proprie linee guida e norme, e perseguendo i propri obiettivi mediante cicli ricorrenti di comportamento interdipendente.
Alcuni tra i molti benefici della terapia di gruppo includono la possibilità di esplorare i problemi in un contesto sociale che rifletta in modo più accurato la vita reale. Essa offre l'opportunità di osservare e riflettere sulle abilità sociali (le social skills) proprie e degli altri. Nel contesto della terapia di gruppo, si può trarre beneficio sia dalla partecipazione attiva che dall'osservazione.
Irvin D. Yalom è considerato una voce autorevole per quanto riguarda la teoria e la pratica di psicoterapia di gruppo. Egli descrive undici fattori primari che caratterizzano l'esperienza terapeutica nei gruppi.
Ogni paziente va in terapia con la speranza di ottenere una diminuzione del dolore e un miglioramento di vita. Poiché ogni membro di un gruppo terapeutico è inevitabilmente a un punto diverso del continuum di coping e ha un ritmo di crescita diverso, guardare come altri affrontano e risolvono in modo positivo problemi simili, ispira e fa nutrire speranza. La terapia di gruppo spesso serve come rimedio al senso di isolamento che tende ad avvolgere gli individui che soffrono di problemi psicologici ed emotivi. Offre un luogo in cui apprendere nuove informazioni e dà inoltre ai suoi membri l'opportunità unica di aiutare altri. Secondo Yalom, il social learning (apprendimento influenzato dall’osservazione o dall’interazione fra individui), o lo sviluppo di social skills di base, è un altro fattore terapeutico presente in tutti i gruppi di terapia, sia nel caso che questo sia il focus primario del gruppo che in caso contrario. Offrire un modello di communication skills (abilità di comunicazione) sane ed efficaci da parte del terapista è un altro fattore. I membri apprendono imitando e iniziano ad incorporare queste abilità. Oltre a questo, i gruppi offrono ai membri l'opportunità di migliorare le proprie capacità di relazionarsi agli altri e di vivere una vita molto più soddisfacente (gratificante). L'appartenenza a, l'accettazione e l'approvazione sono bisogni umani importanti ed universali. Per persone con problemi emozionali, la terapia di gruppo a volte fa sentire di essere veramente accettati e finalmente apprezzati. Pure la guarigione emotiva, o catarsi, ha luogo nella terapia di gruppo, con un effetto di un cambiamento duraturo. L'ultimo fattore descritto da Yalom riguarda i fattori esistenziali, in riferimento a certe realtà della vita come morte, isolamento, libertà e perdita di significato. Queste realtà possono essere esplorate senza rischio in un contesto di gruppo e una persona può essere aiutata via via ad accettare delle realtà difficili.
Per la scuola Adleriana ogni problema è di natura sociale e relazionale, per cui la psicoterapia di gruppo è una notevole risorsa da usare per influenzare l'atteggiamento e la crescita dell'individuo. Per i seguaci di questa scuola, la forma migliore di apprendimento è l'apprendimento dall'esperienza che può aver luogo nella terapia di gruppo dove i membri imparano a comprendere e ad accettare le differenze, come pure ad identificare e comprendere pensieri e sensazioni universali.
Essi ritengono che l'equilibrio tra interesse sociale e interesse personale può essere raggiunto in modo migliore coinvolgendo il gruppo in una dinamica di dare e ricevere. “L'intero processo può essere descritto come la messa in moto di un ciclo in cui si verificano: mutamento di percezioni e convinzioni; coraggio e senso di appartenenza che consentono ai membri a provare nuovi comportamenti; coinvolgimento e “risk-taking” (prendersi il rischio) vengono ricompensati dall'accettazione e appartenenza; la paura di sbagliare è sostituita dal coraggio dell'imperfezione che riduce ansietà e insicurezza; infine, cresce il senso di autostima autofiducia nei membri del gruppo rendendoli capaci di provare e sostenere un nuovo cambiamento (Dinkmeyer & Sperry, 2000, p. 178)
Scott Simon Fehr (2003) ritiene che la terapia di gruppo sia una delle modalità terapeutiche più straordinarie. “È onesta, veritiera, e reca eccezionali benefici terapeutici per i singoli membri. Rispetto alla psicoterapia individuale, i nuovi comportamenti generati dall'esperienza della terapia di gruppo possono essere più facilmente generalizzati al ‘mondo reale’ per il fatto che il gruppo è un microcosmo della società e della famiglia” (2003, p. 37).
I gruppi poi mirano a promuovere il cambiamento e la guarigione. A mano a mano che si percepiscono e si identificano pattern di rapporti, il membro del gruppo può iniziare a cambiare quei patterns che sono distruttivi e disfunzionali. Il membro del gruppo riesce sempre più a stabilire rapporti interpersonali reciprocamente soddisfacenti.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.psy-com.org/it/italiano/congresso-2008-relazioni/1-24-05-2008-10-30/file.html
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)