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Societal Impact of Pain: ansia e depressione per 16 mln italiani con dolore cronico benigno

Societal Impact of Pain: ansia e depressione per 16 mln italiani con dolore cronico benigno

 

Ansia e depressione per 16 mln italiani con dolore cronico benigno

In Italia il dolore cronico benigno - ovvero quel dolore che persiste oltre 3 mesi consecutivi e spesso diventa un compagno fin troppo fedele - è una malattia invalidante per il 25% della popolazione adulta, con picchi del 60% sopra i 65 anni. Una condizione cronica che compromette la qualità della vita e le relazioni personali di 16 milioni di italiani. Ma siamo in buona compagnia: un europeo su 5 vive con dolore cronico e questo causa quasi il 50% di tutte le assenze dal lavoro e il 60% dell'incapacità lavorativa permanente, secondo Sip 2019 (Societal Impact of Pain). I costi sanitari diretti e indiretti stimati per i disturbi cronici del dolore variano tra il 2% e il 3% del Pil in tutta l'Unione europea.

Si manifesta in pazienti complessi, in prevalenza donne e anziani costretti a fare i conti anche con depressione e ansia. Non a caso, uno dei servizi offerti dai centri di terapia del dolore è il sostegno psicologico. E Covid-19? Una fonte di stress per i pazienti che questi mesi, con gli ambulatori chiusi per il lockdown, hanno contattato gli specialisti alla ricerca di un po' di sollievo.

"Come tutte le malattie croniche - afferma Antonino Mazzone, specialista in Medicina interna, Ematologia e Immunologia dell'ospedale di Legnano (Milano) - le patologie reumatiche hanno un forte impatto non solo dal punto di vista fisico, ma anche psicologico. I pazienti devono fare i conti con un dolore costante, e questo porta in molti casi ad ansia e depressione. Le competenze auspicate a riguardo, non solo cliniche ma anche psicologiche, dovrebbero così enfatizzare l'aspetto umano della cura e del prendersi cura, rispondendo ad un reale bisogno del paziente, da adattare a plurimi contesti: ospedale, territorio, domicilio".

"Bisogna considerare che ogni forma di dolore risente molto della dimensione psicologica. Stress e dolore sono intimamente interconnessi - conferma Stefano Coaccioli, presidente dell'Associazione italiana per lo studio del dolore (Aisd) - e per questo motivo vanno affrontati insieme. Non solo sul piano psicologico, ma anche per meccanismi biochimici e ormonali".

L'attenzione all'aspetto psicologico è parte della cura. "Spesso - spiega Mazzone - il beneficio indotto dai farmaci tende ad essere nullo o, nei migliori dei casi, a ridursi e scomparire nel tempo se non viene associato un adeguato programma di sostegno psicologico e psico-comportamentale da proseguirsi con volontà e costanza. L'associazione di una terapia cognitivo-comportamentale con le cure farmacologiche classiche determina non solo una significativa riduzione del dolore, ma anche un aumento significativo della qualità di vita rispetto al solo impiego di farmaci antidepressivi in pazienti con sindrome dolorosa cronica. La cura dell'aspetto psicologico è di primaria importanza nella gestione dello stato doloroso. Trascurarla significa vanificare gran parte degli sforzi terapeutici".

 



(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

https://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/ansia-depressione-16-mln-italiani-dolore-cronico-benigno-00001/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)